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WINE-SEARCHER

Nella classifica delle etichette più care comanda ancora Romanée-Conti: 16.270 euro a bottiglia

Borgogna al top con due terzi delle etichette, sul podio il Musigny Grand Cru di Domaine Leroy ed il Riesling Trockenbeerenauslese di Egon Muller
Mondo
La Borgogna al top dei prezzi

Nella classifica delle 50 etichette più care sul mercato, non c’è quella stabilità granitica che ci si potrebbe aspettare. Al contrario, contrazioni ed apprezzamenti sono all’ordine del giorno, con i prezzi che variano in baso a come si muovono gli acquisti in un settore su cui l’attenzione degli speculatori è particolarmente alta. Lo scettro del vino più caro, senza grandi sorprese, rimane saldamente il mano a Romanée-Conti, capace, secondo i prezzi raccolti da Wine-Searcher, di toccare un prezzo medio di 16.270 euro a bottiglia, in crescita del 25% anno su anno, mentre le referenze del re di Borgogna in classifica sono ben 7 sulle 8 prodotte. Al secondo posto, un altro borgognone, il Musigny Grand Cru di Domaine Leroy (che piazza ben 12 etichette diverse tra le 50 più care, ndr) che, grazie ad una crescita del +86%, ha raggiunto gli 11.970 euro, mentre a chiudere il podio è il mitico Riesling Trockenbeerenauslese del vigneron della Mosella Egon Muller, che costa 10.190 euro a bottiglia, il 13% in più del 2017.
Ad un altro Riesling, invece, va la palma del deprezzamento maggiore: il Rüdesheimer Berg Rottland Riesling Trockenbeerenauslese di Staatsweingut Kloster Eberbach ha perso il 30% e 26 posizioni, fermandosi, con 2.160 euro a bottiglia, alla posizione n. 36. La migliore evoluzione di prezzo invece è stata quella dello Chambertin di Domaine Dujac, che ha scalato ben 12 posizioni, arrivando alla n. 26, grazie ad un’impennata di prezzo del 119%, a 2.760 euro a bottiglia. Ciò che emerge, come è facile immaginare, è che il primo criterio per far sì che i prezzi salgano è la scarsa disponibilità: Liber Pater, griffe di Grave (Bordeaux), grazie ad una produzione limitatissima, entra direttamente al n. 17, con un prezzo medio a bottiglia di ben 3.700, persino di più di etichette mitiche di Bordeaux come Petrus e Le Pin, entrambi a 2.700 euro, in crescita, rispettivamente, del 13 e del 15%. E che il mercato sia in pieno fermento lo testimonia anche la ricerca di tipicità ed originalità alla base dell’affermazione di un altro outsider, uno Champagne, la cuvée Boërl & Kroff di Drappier, new entry alla posizione n. 34, a 2.300 euro a bottiglia, davanti al leggendario Clos d’Ambonnay di Krug (2.100 euro).

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