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NON SOLO PASSATO ... IN ARMENIA, UN PROGETTO VINICOLO CHE PARLA ITALIANO E LAVORA CON VITIGNI MILLENARI. È QUELLO DELLA ZORAH WINE’S, AI PIEDI DEL MONTE ARARAT. A WINENEWS LO RACCONTA L’AGRONOMO STEFANO BARTOLOMEI

In Armenia è stata scoperta una cantina di 6.100 anni fa, probabilmente la più antica del mondo. Ma ai piedi del Monte Ararat, dove si vuole che si sia incagliata la biblica Arca di Noè, non c’è solo il passato della viticoltura. C’è anche un presente, che parla italiano. È quello del progetto della Zorah Wine’s, nato nel 2004 da un’idea dell’imprenditore della moda italo-armeno Zorik Gharibian che, con un investimento da 1 milione di euro, destinato a crescere per la costruzione della nuova cantina, ha chiamato a seguirlo l’agronomo Stefano Bartolomei e l’enologo Alberto Antonini, per recuperare le potenzialità vinicole della culla antica dell’enologia, e riscoprire vitigni autoctoni. E così è stato: “nella valle del Yeghegnadzor, nel villaggio di Rind, vicino a dove è stata scoperta l’antichissima cantina, abbiamo fatto delle selezioni massali, e tra i vitigni che stiamo studiando - spiega a WineNews Stefano Bartolomei - ce n’è uno, in particolare, l’Areni, che da il nome anche ad un villaggio vicino”.

La cosa più affascinante è che, in questa zona, non è mai arrivata la fillossera, quindi non si usano portainnesti, ed è provabilissimo che il vitigno sia uguale a come era migliaia di anni fa, “anche perché la zona è isolata da secoli e non si trovano tracce di vitigni “stranieri. Poter fare un vino con un vitigno così, forse il più vecchio del mondo, senza portainnesto, come si poteva coltivare la vite migliaia di anni fa è davvero affascinante e stimolante”.

L’Areni è un vitigno rosso, dalla buccia molto spessa, che gli consente di non subire le grandi insolazioni che ci sono ai 1.300 metri di altitudine del vigneto. Matura verso metà ottobre, e il clima continentale della zona, nonostante l’altezza, fa si che nel periodo vendemmiale ci sia una temperatura simile al Sud Italia.

“Nell’estate del 2011 arriverà sul mercato il primo vino prodotto, in 20.000 bottiglie che diventeranno poi, a regime quasi 60.000. Noi abbiamo portato - spiega a WineNews Stefano Bartolomei - un po’ di sapere e di tecnologia italiana, abbiamo fatto un vigneto specializzato ad alta densità cercando di fare basse produzioni, maturazioni un po’ più lunghe e soprattutto un po’ di pulizia in cantina. Dalle prime degustazioni che abbiamo fatto sono vini con un frutto importante e persistente, noi stiamo lavorando su concentrazioni e tannini per farne un vino importante. Usiamo barrique armene, che hanno un legno molto compatto, perché i roveri crescono molto lentamente essendo zone molto siccitose, e poi abbiamo riabbracciato le vecchie tradizioni locali di mettere il vino dentro delle anfore interrate per conservarlo”.

Non resta che aspettare, allora, per degustare un calice di storia millenaria ...

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