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Panorama Economy

E’ una piazza che fa gola ... In Cina la Simest e la Trading Agro Crai lanciano “Piazza Italia”, il primo di quattro megastore alimentari. Con duemila prodotti, destinati a conquistare la clientela più ricca... L’Italia vuole conquistare il Dragone a colpi di buona tavola. Dopo “Casa Italia”, una vetrina del made in Italy durante le Olimpiadi, a Pechino il 6 settembre è sbarcato “Piazza Italia”, il primo megastore asiatico di prodotti enogastronomici italiani, nato dal sostegno pubblico e dall’intraprendenza di alcune imprese della distribuzione e della ristorazione.

Inaugurata in sordina e con un ritardo di un mese per colpa dell’alta concentrazione di merci alla dogana durante i Giochi olimpici e dei relativi controlli, la struttura sorge su 3.600 metri quadrati in tre piani, ha un assortimento di 2 mila marchi ed è stata realizzata dalla Trading Agro Crai, (partecipata da Crai Secom, Consorzio Grana Padano, Cavit, Conserve Italia, San Daniele Service, Frantoi Artigiani d’Italia e Boscolo Etoile) con l’appoggio di Simest, la finanziaria pubblico-privata che promuove lo sviluppo delle imprese italiane all’estero. “Il progetto vuole esportare in Cina il nostro stile e la nostra cultura” dichiara a Economy Emanuele Piata, amministratore delegato di Trading Agro Crai che ha concepito l’iniziativa un paio di anni fa.

Ma Piazza Italia segna il primo passo di un lungo percorso in Cina, dove i consumatori con elevati livelli di spesa sono in costante aumento. È già prevista l’apertura di altri tre negozi a Shanghai, Tiaanjim e Hangzhou, un investimento complessivo di 9 milioni di euro e un fatturato stimato di 35-40 milioni l’anno. In futuro sarà sviluppata una rete indiretta in franchising, di shop-in-shop e di cash & carry.

Un programma ambizioso, ma confortato dai primi dati. Dice Piata: “Più di 500
scontrini e oltre mille visitatori al giorno nel primo piano, dedicato alla ristorazione veloce e l’unico aperto al momento”. Dati che fanno ben sperare nell’apertura del secondo piano, con l’enoteca della Cantina Cavit, l’oleoteca di Frantoi artigiani d’Italia, l’Accademia Boscolo per l’insegnamento della cucina e ampi spazi per la promozione turistica delle regioni italiane. Il terzo settore aprirà i battenti in ottobre, con un ristorante e un lounge bar.

Prezzi non bassi... Dall’Italia saranno importati per il 40% alimenti confezionati, al 30% formaggi e prosciutti, al 20% vini e al 10% olio di oliva. Ci saranno i marchi di tutti i partner di Piazza Italia, le linee di Piaceri Italiani Crai (dalle friselle del Salento fino al pane carasau della Sardegna), gli accessori per la cucina e l’arredo da tavola. I prezzi non saranno bassissimi. I prodotti, per l’incidenza dei dazi e del trasporto, costeranno il doppio che in Italia. Prezzi migliori per i generi lavorati in Cina su materia prima italiana: un caffè costerà l’equivalente di 1,80 euro e cornetti e paste circa 2 euro.

Il centro, aperto tutti i giorni dalle 7 dell mattino alle 2 di notte (a seconda dei piani) e diretto da un manager italiano, creerà 91 nuovi posti di lavoro; funzioneranno otto cucine, tutte aperte alla vista dei clienti. “Per poter offrire ai clienti cinesi lo show della preparazione all’italiana”. Un dettaglio d’immagine vincente.

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