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Panorama Economy

Brindiamo ai clienti russi ... L’azienda vicentina ha superato il secolo di attività con oltre 30 milioni di giro d’affari. Portando il suo vino su nuovi mercati... A Montorso Vicentino l’odore del mosto dell’ultima vendemmia è ancora nell’aria. E si respira pure il profumo del vino, scorso a fiumi a settembre in mezzo a volti noti dell’industria veneta, da Andrea Riello a Giuseppe Morandini, per celebrare 100 anni della Cielo e Terra, ultimo brand della secolare Casa Defra, il piccolo podere acquistato nel 1908 da Giovanni Cielo e trasformato da Luca Cielo in un’industria vitivinicola che fattura 30 milioni all’anno, per un terzo all’estero.
Sono passate quattro generazioni in mezzo alle vigne e alle botti delle valli vicentine: dalla guerra al boom degli anni Sessanta, dall’ingresso nella grande distribuzione organizzata (Gdo) fino al crollo dei
consumi negli anni Novanta. Poi la svolta. “Non avevamo una produzione sufficiente a soddisfare la domanda e a poco a poco ci siamo trasformati in distributori” racconta Luca Cielo, che oggi guida l’azienda vicentina. “Il nostro obiettivo, però, è sempre stato quello di tenere sotto controllo tutta la filiera: dalla vite alla bottiglia”.

Comprare vino dai produttori locali e venderlo sugli scaffali della Gdo. L’intuizione della famiglia Cielo è stata premiata e ancora oggi il Freschello, con 7,5 milioni di bottiglie all’anno, è il vino più venduto nei supermercati, proiettando l’azienda vicentina nella top ten dei grandi fornitori della Gdo.
A cent’anni dalla nascita, Cielo e Terra non sembra proprio voler smettere, anzi, in occasione del centenario, Cielo si è fatto un regalo davvero particolare: portare la sua Cielo e Terra dentro Collis Veneto Wine Group, consorzio che raggruppa le Cantine dei Colli Berici di Lonigo e la Cantina di Colognola ai Colli: un colosso da 150 milioni di fatturato nel 2008. che vale il 15% del mercato del vino veneto e il 4,5% di quello nazionale, con 2 mila soci e 3 mila ettari di vigneti.

A tutto export. L’Italia però comincia a stare stretta a Cielo che, dopo il suo ingresso nel consorzio, ha iniziato a esplorare mercati internazionali. “La nostra strategia è sempre stata improntata alla crescita dimensionale” conferma Cielo. “Ci confrontiamo con organizzazioni che rischiano di toglierci spazio dai mercati esteri. L’unica strada è quella delle grandi aggregazioni e dei grandi numeri per imporre nostri marchi”.
Oggi il 30% del fatturato arriva dai mercati esteri: Europa, Usa e, da ultimo, il boom della Russia, dove l’Italia è il terzo esportatore di vino. “Siamo presenti a Mosca da 12 anni e grazie al nostro partner siamo cresciuti in maniera esponenziale” conclude Cielo.

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