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Panorama Economy

Se l’affare è chiuso (in cantina) ... Il calo medio del 20% dei prezzi rende appetibili le bottiglie italiane e francesi. Ecco quali è meglio mettere in cassaforte... Anche la bottiglia di vino ha barcollato sotto i colpi della crisi globale. Tanto che, dopo avere regalato un rendimento medio del 12,9% dal 2001 al 2008, le quotazioni dei vini più pregiati hanno subito una flessione importante. Dopo il massimo raggiunto a giugno 2008 dal Liv-ex, l’indice che comprende i primi 100 vini da investimento al mondo, nella seconda metà dell’anno i prezzi hanno ripiegato di un 20% circa. Ma nei primi mesi di quest’anno, l’indice ha di nuovo invertito la sua rotta, recuperando un paio di punti percentuali. Ecco perché gli esperti di enologia pensano che sia di nuovo il momento di fare acquisti, ma solo a patto che si scelga bene il vino su cui puntare.

“Il calo medio delle quotazioni è del 20% rispetto allo scorso anno per quanto riguarda i prodotti italiani, mentre è più consistente la diminuzione delle aggiudicazioni per i grandi vini della Francia, sia Bordeaux che Borgogna” dice a Economy Francesco Tanzi, esperto di vini pregiati e da collezione per la casa d’aste Pandolfini di Firenze. Su cosa puntare? L’esperto consiglia di guardare alle etichette importanti in Francia, ma anche in Italia: un vino di rango come lo Chàteau Lafite Rothschild del 1986 avrà più probabilità di rivalutarsi perché è un investimento d’eccellenza. Nel nostro Paese, invece, le etichette a cui guardare sono quelle dell’area toscana dei Supertuscans come il Sassicaia, l’Ornellaia o il Masseto, ma anche gli storici prodotti dell’area piemontese come il Barolo Monfortino oppure il Barolo Gaja.

L’annata fa la differenza. Tra quelle più “giovani” alcune etichette hanno visto scendere di più il proprio valore rispetto alle bottiglie vintage. È il caso del Borgogna, che fino a oggi aveva spuntato le cifre più alte alle aste: nell’estate del 2008, infatti, una bottiglia di La Tache Grand Cru Domaine de la Romanée Conti 2005, considerata dai massimi esperti come un’annata eccezionale, veniva venduta a 3.300 euro. Oggi, invece, lo stesso vino ha una base d’asta sui 1.800 euro, con un calo del 45%.

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