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Moda & Tendenze - Aperto a Milano il MiWine, fra concorrenza , ricerca e consumatori sempre più attenti al rapporto qualità prezzo ... L’invasione di tendenze è cominciata. Basta girare tra gli stand di MiWine, esposizione professionale del vino e dei distillati inaugurata ieri a Milanofiere (domani si chiude), e si respira un’aria déjà vu per quei corposi vini da guida che hanno fatto lievitare alle stelle i prezzi nelle cantine italiane. Per carità, chi davanti ad una opulenta bottiglia di Brunello di Montalcino non s’inchina a tanta ricercatezza di sapore o chi sorseggiando un Barolo d’annata o uno Sforzato non alza il bicchiere benedicendo la generosità del dio Bacco?
Senza togliere nulla a questi vini che hanno permesso all’Italia di sfondare nel mondo, tanto da conquistare il primato nell’export agroalimentare con un valore vicino ai tre miliardi di euro, oggi la grande piramide del consumatore si è rovesciata: la base sta diventando quella dei bevitori che si informano, leggono libri e riviste specializzate, visitano cantine ed enoteche ma soprattutto controllano che la qualità abbia un rapporto equo con il prezzo.
“Dopo anni di euforia il mercato del vino sta cambiando. E quello che stiamo vivendo è un momento strano” dice Casimiro Maule, enologo del Gruppo Italiano Vini: “I viticoltori stanno cercando di limitare il più possibile i costi pur continuando a produrre bene. Perché oggi la gente controlla, è preparata e soprattutto non si fa più influenzare dal prezzo”. Sino a qualche tempo fa il consumatore pensava: questa bottiglia costa tanto, allora il vino sarà buonissimo. No, oggi non è più così. E chi produce deve fare i conti con questo aumentano interesse per la cantina. Certo pochi sanno che il settore del vino viaggia molto lentamente e come diceva Mario Soldati, per fare un buon vino ci vogliono due generazioni”.
Non è un caso dunque, se proprio MiWine è stato presentato il Progetto Vino, un accordo siglato tra Fiera Milano, e i grandi produttori italiani del settore in collaborazione con l’Università Bocconi. Sottoscritto da Folonari, Antinori, Frescobaldi, Tasca d’Almerita, Gancia, Pio Cesare, Banfi, Cavit, Masi (solo per citarne alcuni) il piano prevede di elaborare idee e progetti per ridare nuova consistenza e slancio al vino italiano “affinché” - spiega Ambrogio Folonari - ci si possa muovere con nuova mentalità e con regole appropriate per rispondere alle esigenze del mercato interno e internazionale, per competere con i nuovi produttori a livello mondiale”.
Purchè se da una parte del mondo di Bacco deve fare i conti con un consumatore più preparato, dall’altra è alle prese con la concorrenza sempre più agguerrita di Australia, Cile, Sud Africa e California. I risultati dello studio culmineranno in un Convegno internazionale a Cernobbio”. Intanto la Bocconi presenta la sua ricerca su come va il mercato del vino.
“Resta un prodotto di moda e di emozione - dice Andrea Rea, direttore scientifico dell’Osservatorio bocconiano - e in questo momento i vini più gettonati sono infatti il Nero d’Avola e il Morellino di Scansano. Questo significa che chi compra lo fa per mantenere un certo status. Ma c’è anche una maggiore attenzione a quello che si beve”.

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