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QUALE FORMATO PER LA MIGLIOR PIACEVOLEZZA: BELLAVISTA ALLA RICERCA DELLA BOTTIGLIA IDEALE !

Sono il Magnum (1,5 litri) e il Salmanazar (9 litri) i formati migliori per assicurare la maggiore complessità sensoriale e piacevolezza del Franciacorta Bellavista Gran Cuvée ’97. In particolare, questi formati conferiscono al prodotto le più elevate e intense tonalità di colore, la maggiore presenza di floreale, di fruttato maturo, di fruttato secco con elevata struttura e persistenza al gusto. Questo il verdetto dei 107 assaggiatori del Club Associazione Italiana Sommelier (Ais)/Bibenda per verificare l’evoluzione di una stessa cuvée affinata in bottiglie di 6 diversi volumi (Mezza Bottiglia 0,375 litri - Bottiglia 0,750 litri - Magnum 1,5 litri - Jeroboam 3 litri - Mathusalem 6 litri - Salmanazar 9 litri).

La degustazione, organizzata all’Hotel Hilton di Roma con il Club AIS Bibenda, introdotta dall’enologo di Bellavista Mattia Vezzola e dalla sommelier Daniela Scrobogna, è unica nel suo genere e rientra in un percorso di ricerca che l’azienda franciacortina ha iniziato nel 1988 imbottigliando e sigillando sotto controllo notarile 245 bottiglie della medesima cuvée (1987), rilevando in varie tornate di assaggio le eventuali variazioni delle percezioni sensoriali in rapporto al differente volume dei contenitori.

La prima degustazione, nel marzo 1991, ha smentito la convinzione che il Magnum o la Doppia Bottiglia sia, come molti vogliono, la misura con la quale il vino esprime al meglio le sue migliori doti di profumo e di gusto, stabilendo che il Franciacorta Bellavista Gran Cuvée Brut 1987 era in grado di esprimere al meglio la propria bontà nel Jeroboam (bottiglia da 3 litri). Nel 1996, a distanza di 5 anni, la seconda degustazione dello stesso vino nelle stesse bottiglie ha decretato il Magnum (1,5 litri) come la misura in cui il vino riesce a mantenere un giusto equilibrio olfatto-gustativo, ovvero un bilanciamento perfetto tra le sensazioni di freschezza e quelle di evoluzione. Adesso, con la recente degustazione di Roma, si sottolinea anche la diversa risposta sensoriale prodotta dalla componente femminile del panel rispetto a quella maschile. Infatti, soprattutto per la bottiglia da 0,750, il profilo sensoriale espresso evidenzia la peculiarità di questo formato con punteggi e descrizioni più nette e maggiormente differenzianti rispetto a quanto indicato invece dalla componente maschile che ha individuato meno note sensoriali differenzianti rispetto alle femmine che hanno operato una descrizione più ricca di caratteri descrittivi. Inoltre, nonostante la piacevolezza e la preferenza cada come per i maschi sui formati da 1,5 litri e da 9,0 litri, la componente femminile è risultata anche in grado di evidenziare delle sfumature tra i due prodotti, sfumature non evidenziate dai maschi a carico delle note di floreale, fruttato fresco, vegetale secco e persistenza.

Andrea Gabbrielli

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