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VINO E SOCIETÀ

Quando il vino guarda alla società: il messaggio antirazzista della griffe del Prosecco Astoria

“Intolleranti verso l’intolleranza. La violenza delle parole e dei fatti non è più tollerabile. Non rappresenta né l’Italia né gli italiani”

È raro che il mondo del vino si schieri su tematiche civili, specie se delicate e distanti dal vigneto. Vero è, però, che certe filosofie, sposate tra i filari e in cantina, finiscono spesso per abbraccia re tante altre tematiche. Pensiamo alla sostenibilità, che diventa uno stile di vita capace di influenzare decisioni che con il vino poco e niente hanno a che fare. E poi ci sono principi che non serve declinare in vigna, perché sono, o dovrebbero essere, universalmente riconosciuti e condivisi in qualunque società che voglia dirsi democratica e moderna. A partire dall’antirazzismo, specie in un periodo confuso e difficile come quello che stiamo vivendo, con le cronache che raccontano ormai quotidianamente atti di intolleranza e vera e propria violenza nei confronti del “diverso”. Di fronte ad un escalation del genere, poco importa se si è produttori di vino, cantinieri, baristi, autisti, impiegati, ciò che importa è non perdere mai l’umanità, né la bussola dei principi democratici che dovrebbero renderci orgogliosi di essere italiani, anche e soprattutto quando questi stessi principi vengono messi in crisi da una società divisa e divisiva. In questo senso, ci sentiamo non solo di segnalare e raccontare, ma anche di condividere appieno l’iniziativa di una delle più importanti griffe del Prosecco, Astoria, che ha comprato un’intera pagina su diversi quotidiani nazionali, tra cui il “Corriere della Sera”, per ribadire un concetto importante: “Intolleranti verso l’intolleranza. La violenza delle parole e dei fatti non è più tollerabile. Non rappresenta né l’Italia né gli italiani. Ora basta! Il rispetto della persona prescinde colore, genere e religione”. Nulla da aggiungere.

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