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STRATEGIE

Quando le grandi aziende scommettono sulle nicchie: Genagricola e l’Albarossa, in Piemonte

La holding agroalimentare di Generali Italia (già 900 ettari vitati) acquista vigna nel Monferrato con Bricco dei Guazzi (e pensa a una nuova Barbera)

Quando le grandi aziende puntano (anche) su produzioni di nicchia. È il caso di Genagricola, la holding agroalimentare di Generali Italia, maggior azienda agricola italiana con i suoi 13.000 ettari coltivati, “case history” tra le più importanti tra i player delle assicurazioni e della finanza ad aver investito “nella terra”, che ha acquisito altri due ettari di vigneto nel Monferrato (ad arricchire il già importante patrimonio di 900 ettari vitati con 7 aziende vitivinicole in Italia, con i marchi Borgo Magredo, Bricco dei Guazzi, Costa Arènte, Gregorina, Poggiobello, Solonio, Tenuta Sant’Anna, Torre Rosazza, Vineyards V8+, e 1 in Romania, Dorvena), destinati alla produzione dell’Albarossa, raro vitigno autoctono ottenuto nella prima metà del ‘900 dall’ampelografo Dalmasso incrociando piante di Barbera e Nebbiolo di Dronero, e su uno dei vini principe del Monferrato la Barbera Superiore, nella strategia di rilancio di Bricco dei Guazzi.
“Oltre ad aver esteso il proprio vigneto di Albarossa, aggiungendo ai 6 ettari in produzione altri 2 ettari destinati a questo vitigno - spiega l’azienda - e divenendo così il principale produttore di questo nettare, con una capacità produttiva, a partire dal 2023 (anno in cui con l’annata 2021 la produzione di Albarossa dovrebbe raggiungere le 50.000 bottiglie) puntando senza mezzi termini su questo vino per valorizzare la propria produzione e tutto il territorio Monferrino. Oltre agli investimenti “quantitativi”, legati all’estensione coltivata, si sono previsti anche importanti investimenti tecnologici per la vinificazione, la riorganizzazione della cantina e non solo: a completamento di questo processo di rinnovamento, la volontà di produrre una Barbera Superiore che renda omaggio al territorio. La prima vendemmia sarà la 2019 e l’uscita prevista del prodotto è per il 2021”.
“Per Bricco dei Guazzi abbiamo grandi ambizioni - sostiene Alessandro Marchionne, ad Genagricola - e lo dimostra il nostro sguardo teso verso il futuro. Stiamo ragionando di piani a 6 - 7 anni: la tempistica corretta per una produzione di vini di alta qualità che parta dalla messa a dimora del vigneto e si concluda in un calice capaci di stregare il cuore. Abbiamo iniziato questo percorso, ottenendo in poco tempo ottimi risultati dal punto di vista qualitativo. Adesso vogliamo fare un balzo in avanti e ritagliarci uno spazio di prestigio anche in un territorio in cui le produzioni d’eccellenza non mancano, come il Piemonte”.

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