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Quotidiano Nazionale

Il signore delle enoteche … È la più grande catena di enoteche del Paese con alcune caratteristiche distintive. Vende solo vini italiani; è possibile comprare, degustare, bere un bicchiere o una bottiglia allo stesso prezzo dell’asporto; all’interno c’è anche un servizio di cucina con piatti della nostra tradizione. Parliamo di Signorvino, realtà nata nel 2012 negli uffici del gruppo Calzedonia, guidato dal patron Sandro Veronesi, e cresciuta in pochi anni fino a 15 punti vendita e oltre 30 milioni di fatturato (dati 2017). Una selezione di oltre 1.500 etichette, vendute al prezzo di cantina, in grado di rendere alla portata di tutti il vino italiano, con promozioni allettanti, eventi, incontri tematici e cene con i produttori. L’idea funziona ed è nato anche un Osservatorio sul mercato delle denominazioni più consumate, con le preferenze espresse dal consumatore. Nel 2017 sono state vendute 820.000 bottiglie. Nella classifica delle prime 15 denominazioni a valore primeggiano i rossi, con in testa Amarone, Valpolicella Ripasso, Barolo, Brunello, Bolgheri, Chianti, Valpolicella, Nebbiolo, Barbaresco e Pinot Nero. Tra i bianchi dominano le bollicine: Franciacorta in primis, poi a ruota il Prosecco, il Trentodoc, poi i bianchi fermi Gewürztraminer e Lugana. Comandano i vini della regione Veneto (Amarone, Prosecco, Ripasso), dato condizionato dalla presenza di 4 negozi sul territorio veronese. Nel primo trimestre 2018 si sono evidenziate le prime macro tendenze per l’anno in corso, sia pur condizionate dalla stagionalità. I rossi rappresentano la metà del venduto (56% a valore), le bollicine più o meno un terzo, i bianchi fermi circa il 20%, i rosati solo l’1%. Il prezzo medio della bottiglia è di poco superiore ai 17 euro. Considerando le location suggestive degli store nei centri storici importanti (P.zza Duomo a Milano, Firenze con vista su Ponte Vecchio, a Bologna in Piazza Maggiore) anche la presenza di turisti è preponderante nella ricerca svolta. Negli store Signorvino, le etichette bio pesano per circa il 10%, una presenza significativa che però rappresenta soltanto il 7% delle vendite. Altra tendenza di rilievo l’attenzione per le etichette dei piccoli produttori, oltre 250. “Le realtà produttive giovani ed emergenti, di grande qualità, proposte a prezzi convenienti, sono richieste da un pubblico esperto che vuole provare qualcosa di nuovo, ma anche da chi non ha particolare preparazione”, spiega Luca Pizzighella, direttore commerciale. Il futuro è anche all’estero. “Lo sviluppo oltreconfine avverrà con una strategia di espansione a macchia d’olio all’interno dello specifico Paese - aggiunge Pizzighella -. Vogliamo aiutare soprattutto i piccoli produttori ad andare all’estero insieme a noi”.

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