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Quotidiano Nazionale

Etichette rare … Alle cantine cooperative vitivinicole della Penisola ipotizzare un riparto delle uve che supera i 450 euro al quintale può sembrare una chimera, ma è invece un obiettivo possibile per le realtà produttive consorziate dell’Alto Adige dove una somma di condizioni portano ad ottenere risultati sorprendenti per i viticoltori: professionalità, clima, terreni e una offerta equilibrata consentono ai produttori di ottenere una produzione lorda vendibile media di 33 mila euro in 10 mila metri di vigneto. Nel Sudtirolo 13 cantine sociali, su un totale di 150 aziende vinicole, producono il 70% del vino: una di queste è la Terlano (nel Comune omonimo) fondata nel 1893 e che oggi, a seguito di una fusione avvenuta una decina di anni fa con un’altra struttura vinicola, la cantina Andriano, conta 230 soci per un totale di 270 ettari coltivati a vite. “Dopo la prima
guerra mondiale il nostro vino non si vendeva più in Austria e Germania - ricorda Georg Höller, ora vicepresidente della cantina ma che è stato ai vertici della cooperativa dal 1995 al 2017 - mentre il mercato italiano per quei tempi era per noi sconosciuto”. Per stare al passo con i tempi Terlano è passata gradualmente dalla vendita del vino sfuso alle bottiglie, incrementando la qualità. “Ora il nostro fatturato supera i 20 milioni all’anno - precisa - con una proposta di vini, per il 70% bianchi, che vanno dal Pinot allo Chardonnay, dal Sauvignon al Gewürztraminer, mentre un terzo è composto da rossi come il Lagrein ed il Pinot nero. Il 30% dell’imbottigliato è collocato sul mercato locale mentre la rimanente parte va nel resto della Penisola e all’estero in parti uguali”. La cantina ha da poco ampliato la zona invecchiamento portandola a 18.000 metri cubi e la nuova ala dell’edificio è rivestita di porfido rosso, una pietra quarzifera originata 270 milioni di anni fa, tipica della zona e capace di conferire al vino una serie di caratteristiche distintive. Il tetto della cantina è stato inverdito e ricoperto di viti, integrato nel paesaggio coltivato circostante. “I terreni coltivati a vite vanno da 200 fino a quasi mille metri nei casi più estremi - dice ancora Höller - mentre al di sotto di quelle quote dominano le coltivazioni di melo. La superficie media investita a vigneto è bassa (un solo agricoltore ha 10 ettari, ndr) e ci sono soci che hanno mento di 10mila metri quadri. In pochi coltivano solo uva perché in genere producono anche mele o sono allevatori”. Qui i valori fondiari sono elevatissimi e nelle rare transazioni si raggiungono il milione di euro per un ettaro. “Ogni anno conclude - Höller - immettiamo sul mercato un vino “raro”, invecchiato per almeno dieci anni nelle nostre cantine e pensato per dare visibilità alla nostra filosofia della longevità dei vini”.

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