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Quotidiano Nazionale

Orvieto, capitale del vino e dell’arte … Nella città umbra la mano dell’uomo e la natura hanno trovato l’equilibrio ideale... Non c’è una vera ragione, ma il sole che illumina Orvieto non ha eguali. A metà strada fra Firenze e Roma, una linea immaginaria separa questo ultimo lembo dell’Umbria dalle terre che confinano. E la luce che proviene dai campi di grano, il verde intenso e il profumo delle vigne, il dolce tepore che sale dai campi ad annunciare che la rupe di tufo da dove Orvieto domina le campagne è oramai a un passo. Un’atmosfera che tutto pervade e non sfugge al viaggiatore curioso, a colui che ha gli occhi non solo per vedere ma anche per emozionarsi di fronte alla bellezza che incontra. Servissero prove tangibili per dimostrare che davvero qui siamo in un altrove pur così prossimo sarebbe sufficiente appellarsi non solo alle bellezze artistiche e architettoniche ma ai prodotti offerti con generosità da questa terra. A iniziare dai vini che affondano le loro radici nella storia della città e testimoni illustri ne certificano la qualità unica e insuperabile, primo fra tutti il Belli che nei suoi sonetti spesso si richiama ai fiaschi di vin di Orvieto. Ma oltre al cronista della Roma più autentica, l’elenco degli estimatori comprende imperatori romani e Papi, Paolo III Farnese e Gregorio XVI in testa, che ne hanno tessuto le lodi, per finire con Gabriele d’Annunzio che definì il vino prodotto in queste zone “sole d’Italia in bottiglia”. Una volta giunti in città, la prima tappa obbligata è nel ventre di Orvieto, alla scoperta del Pozzo di San Patrizio, la più importante e rappresentativa tra le più di mille cavità realizzate nel corso dei secoli fin dal tempo degli Etruschi. Profondo 53 metri e largo 12, fu papa Clemente VII a volerne l’adeguamento nel 1527 per consentire di attingere l’acqua. E se la profondità è tale da diventare per l’appunto proverbiale, sono le due scale elicoidali, una per scendere e un’altra per salire, a stupire: come se la strada che porta agli inferi consentisse poi di risorgere percorrendo una via parallela. La stessa che poi prosegue all’esterno del pozzo, prima attraverso un breve viale alberato, apripista degli affascinanti vicoli che si arrampicano verso il centro. Una passeggiata al cui culmine ci attende un’altra sorpresa. Dopo essere passati dai cunicoli bui del pozzo e le vie medievali, ecco un'immagine tanto maestosa quanto sorprendente: il Duomo ovvero la cattedrale di Santa Maria Assunta, uno dei più suggestivi esempi di gotico del mondo. Eccolo nella sua imponenza che si propone all’improvviso, un’immagine destinata a rimanere impressa per sempre nella memoria. Arrivando dalle campagne spicca tra i palazzi, si erge come un faro in cima alla rupe, ma tutt’altra cosa è ammirarlo dalla piazza baciata dal sole, dalla terrazza che si affaccia sulla pianura ondulata. Pochi gradini ci separano dalla facciata e ora che la si può toccare buttando lo sguardo verso la sommità si avverte tutto l’incanto del luogo. Questo non è che il preludio di un viaggio a Orvieto, una città tanto carica di storia e di tradizioni al punto da stupire chi l’ha considerata “solo” una delle tante meraviglie italiane. Un viaggio attraverso i secoli, ma anche un modo per andare alla scoperta di un matrimonio perfetto voluto dall’uomo che nei secoli non ha volutamente piegato la natura, ma ha saputo integrarla e farla diventare parte del proprio presente. Una grande lezione alla quale continuare a ispirarsi.

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