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Quotidiano Nazionale

Chianti contro Chianti, è guerra aperta nei vigneti toscani … Chianti contro Chianti, guerra e veleno nel Vigneto Toscana. C’era già una Gran Selezione, sul mercato dal 2014 scelta del Gallo Nero - il Chianti Classico, quello “benedetto” come territorio-gioiello fin dall’editto del Granduca Cosimo III datato 1716 e in procinto di diventare Patrimonio dell’Unesco - per introdurre un vino al top, oltre la riserva. Il cru. Bene, ora ce n’è un’altra, una Gran Selezione anche del Chianti Docg. Ovvero il “Chianti grande”, il gigante da 100 milioni di bottiglie, che va da Arezzo a Pisa, da Siena al Montalbano, da Montespertoli a Rufina attraverso i Colli Fiorentìni, con l’aggiunta fresca fresca di una nuova sottozona, Terre di Vinci. Una Gran Selezione più alcolica, 13 gradi minimo, e per la quale è vietato il fiasco. Ed è una rivoluzione in casa Chianti: dopo la rinuncia al classico asprigno con l’innalzamento del grado zuccherino, ora si perde la gradazione da pronta beva (anche il Chianti base sale a un minimo di 12°) e all’immagine tradizionale immortalata nel “carro matto” con la piramide dei più di 2mila fiaschi. Non bastava insomma la confusione sulle denominazioni: vai a spiegarlo a una Marge Simpson di una qualunque Springfield degli States che differenza c’è tra Chianti tout court e Chianti Classico. Ora è proprio guerra. Parla di “attacco frontale” Giovanni Manetti, presidente del Chianti Classico, di “messaggi confusori verso il consumatore” e ricorda che “la Gran Selezione, sul mercato dal 2014, è unicamente una tipologia di Chianti Classico, ideata dal lavoro esclusivo del Consorzio Vino Chianti Classico”. Attacco che, spiega Manetti, “rischia di mettere a repentaglio la collaborazione da tempo avviata dal comparto viticolo toscano”. “Faremo netta opposizione - dice Manetti - alla proposta di Chianti Gran Selezione in tutte le sedi istituzionali”, perché le scelte del Chianti sono “rivolte solo a riproporre strategie di valorizzazione già messe in campo dal vino Chianti Classico”. Insomma, c'è anche l'accusa di plagio. E il Chianti? Nessun riferimento ai “cugini”, come se la prima Gran Selezione non esistesse. Infatti, spiega il direttore del Consorzio Marco Alessandro Bani, “l’iter di approvazione durerà circa due anni ma si chiederà che il provvedimento abbia efficacia retroattiva: chi vorrà potrà iniziare già adesso a produrre Chianti con i criteri dettati per la Gran Selezione e immettere le prime bottiglie sul mercato nell’arco di tre anni. La Gran Selezione offrirà il massimo della qualità e sarà un prodotto di nicchia”. E Marge? Si arrangi.

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