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Quotidiano Nazionale

Il Pignoletto sale sui colli … Il “gemello bianco” del Lambrusco prodotto a Montevegni dalla famiglia Chiarli punta tutto sul legame con il territorio e su una qualità caparbiamente ricercata... Il più consistente sbarco dei “modenesi” sui Colli Bolognesi si chiama Tenuta Santa Croce a Monteveglio, nel cuore produttivo del Pignoletto Docg. Estensione aziendale 60 ettari di cui 30 vitati, è una delle più importanti realtà del comprensorio. Già all’inizio degli anni ’90 la dinasty Chiarli dei due fratelli Anselmo e Mauro - famiglia storica del lambrusco modenese dai tempi dell’Unità d’Italia, primi produttori privati in Emilia - decisero di allargare l’offerta dei vini doc regionali iniziando a collaborare con alcuni piccoli produttori dell’area dei Colli Bolognesi. Avevano “fiutato” le potenzialità del Pignoletto (Grechetto gentile), un bianco autoctono che, in versione frizzante, andava a ruba, anche se poco conosciuto al di fuori dei confini della provincia. “E non sempre interpretato al meglio”, aggiunge Giorgio Chiarli, figlio di Mauro e nipote di Anselmo, responsabile della tenuta. Dopo aver minuziosamente valutato le potenzialità della zona e dei vini prodotti, ai primi del Duemila viene rilevata la Tenuta Santa Croce. “La scommessa era di rendere onore alle caratteristiche di queste uve legate al territorio, tramite il controllo completo del ciclo produttivo. Poi c’era la sfida di trovare e valorizzare un “gemello” in bianco del lambrusco”, aggiunge Giorgio. Non appena acquisita la tenuta, si è dato inizio a un programma d’investimento rinnovando gli impianti, aggiornando le tecnologie e mettendo a dimora nuovi vigneti, ubicati a diverse altitudini, da 100 a 250 metri sul livello del mare. “Le condizioni migliori per ottenere sia vini bianchi dai profumi delicati che vini rossi di corpo e struttura”. Le uve sono quelle del Pignoletto Colli Bolognesi DOCG per circa il 50% della superficie mentre altri cultivar bianchi come Chardonnay, Pinot Bianco, Sauvignon (tutti DOC Colli Bolognesi) rappresentano il 25%. Infine per il restante 25% sono presenti in azienda uve di Cabernet Sauvignon, Merlot e Barbera (sempre Doc Colli bolognesi). Nel 2012 è stato ultimato l’agriturismo per le degustazioni su prenotazione dove, assieme alla cognata Giorgia Negrini, si accolgono sempre più enoturisti alla scoperta delle specialità della Valsamoggia. Nel corso del 2013 è stata completata la costruzione di una nuova cantina sotterranea realizzata al fine di ottenere in modo naturale le condizioni desiderate di affinamento e stoccaggio del vino. Nel 2017 è stato ripristinato un lago già esistente in azienda al fine di effettuare l’irrigazione di soccorso: non per aumentare le rese per ettaro, ma per soccorrere la vigna nei momenti di stress causati dai cambiamenti climatici o da estati particolarmente siccitose. L’obiettivo è uno solo: salvaguardare la qualità dei vini, garantire uno standard qualitativo coerente alle oltre 100mila bottiglie prodotte. “Nel 2010 come Tenuta Santa Croce - aggiunge Giorgio - abbiamo iniziato un percorso per poter ottenere dei vini estremamente asciutti puntando ad una finezza che, a nostro avviso, in precedenza non era riscontrabile. L’equilibrio che siamo riusciti ad ottene-re tramite queste scelte è supportato da un grande lavoro in vigneto che ci ha permesso di ottenere delle uve molto più equilibrate che in passato”.

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