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Quotidiano Nazionale

Turisti del vino, è una rivoluzione … Sono una legione, tra un milione e mezzo e due milioni tutti gli anni. Ma si concentrano solo in un periodo dell’anno, o in occasioni create apposta per loro. E spesso si scontrano con aperture a singhiozzo, scarsa comunicazione, condizioni rese impossibili da lacci burocratici. Ma adesso per i turisti del vino -quelli che uniscono la passione per grandi rossi e ottimi bianchi alla voglia di vivere esperienze in campagna, acquistare prodotti in fattoria, andare a zonzo per pievi, borghi e castelli - la vita sarà più facile. Potranno vivere nelle migliori condizioni quella che ormai non è più solo la voglia di un assaggio, ma si traduce anche in vere e proprie esperienze: la degustazione abbinata alla visita della cantina e della vigna, in calici di vetro e non più di plastica, in ambienti che non siano più stanzucce ricavate alla meglio nelle fattorie ma laghi suggestivi e panoramici, e con un’apertura delle cantine sicura, tre giorni alla settimana per tutto l’anno e non solo in momenti limitati. E avere finalmente la possibilità di leggere in tre lingue materiale informativo sulla storia e sui prodotti di ogni azienda. Sono gli effetti della nuova legge che disciplina appunto l’attività dell’enoturismo in Toscana, votata all’unanimità dal consiglio regionale e strutturata “grazie agli input ricevuti dagli operatori non solo per lo sviluppo turistico ma anche per consentire anche la possibilità di vendita diretta da parte dei piccoli produttori”, commenta l’assessore regionale all’agricoltura Marco Remaschi. Insomma, un’attività che andava disciplinata, “del resto la Toscana è la patria preferita dai wine lovers”, commenta Violante Gardini (nella foto sopra), presidente del Movimento per il Turismo del Vino in Toscana, che aggiunge: “Non è un caso che proprio l’evento che ha rivoluzionato il modo di vivere il vino, Cantine Aperte, sia nato in Toscana, la regione dove l’enoturismo in pratica è di casa, non solo per la grande e qualificata offerta rappresentata in ogni luogo dalle cantine, ma anche e soprattutto per un’accoglienza che negli anni ha saputo fare la differenza”. Questa nuova legge diventa quindi la cornice per offrire al consumatore e all’appassionato la possibilità di vivere il turismo del vino come una “esperienza” a tutto tondo, fatta di accoglienza di qualità, di abbinamento tra vino e grandi sapori, prodotti di eccellenza della campagna, di “plus” come eventi e concerti, corsi, attività a fianco della famiglia del vignaiolo o direttamente in vigna e in cantina, degustazioni in strutture idonee. Il testo definisce le modalità di avvio dell’impresa, chi sono i soggetti che possono fare enoturismo, i requisiti degli operatori, gli standard minimi di esercizio. Ci sarà un albo degli operatori, che potrà comprendere non solo le aziende singole ma anche le Strade del vino, le cantine sociali cooperative e i loro consorzi e i Consorzi di tutela dei vini a denominazione e indicazione geografica, “e questo - spiega Violante Gardini - è un bel segnale per aiutare il nostro mondo a fare squadra”. La legge parla anche di attività di formazione degli operatori. Ci sarà da capire come: finora, il primo master dedicato all’accoglienza in cantina, che si è tenuto quest’anno, è stato possibile grazie al Movimento Turismo del Vino Toscana in collaborazione con Il Sole 24 Ore Business School. Se ci saranno anche iniziative pubbliche, ben vengano: “La prospettiva - dice l’assessore Remaschi - è quella di nuovi posti di lavoro, qualificati e formati, gente che parli le lingue, conosca il vino e conosca il territorio” perché “il turismo lento, che porta gente da tutto il mondo nell’entroterra toscano, è un volano di crescita importante che vogliamo cogliere”.

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