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Quotidiano Nazionale

Amarone il rosso di fascino antico … Nei market della centralissima via IV novembre, a Verona, le bottiglie di Amarone variano da 12 a 24 euro a seconda delle cantine e dell’annata. E ha fatto scalpore trovare qualche bottiglia sottocosto a 9,90. E anche da Signorvino - la più grande catena di enoteche del Paese - i prezzi del grande rosso veronese vanno sulle montagne russe: da 13-14 euro a 60, 70, 80 per bottiglia, con etichette (anche prestigiose) in promozione. “L’importante è vendere”, alza le spalle un produttore. L’anno scorso l’Anteprima Amarone (annata 2015) lasciò l’amaro in bocca: in calo i prezzi delle uve e l'export 2018 in frenata. Quest’anno (annata 2016) gli indicatori volgono al bello e il presidente del Consorzio Valpolicella, Andrea Sartori, certifica: “Millesimo da collezione per eleganza ed equilibrio; successo di vendite nel 2019”. Qualche preoccupazione per il 2020 “per le incognite sulle piazze internazionali”. E le vendite sottocosto? “Dobbiamo lavorare sul prezzo medio. Certi valori danneggiano tutti”. Che il mercato del rosso del Veronese abbia virato in positivo nel 2019 lo certificano i numeri di Nomisma Wine Monitor. Giro d’affari di 350 milioni (erano 334); +4% di vendite all’estero e +6,8% in Italia. Primi mercati Germania, Usa e Gran Bretagna; exploit di Danimarca (+20% a valore) e Giappone (+15%). “L’Amarone - continua Sartori -ha reagito in un anno difficile. All’estero sono aumentate congiunture negative e guerre commerciali”. Nella provincia sono 2.273 i produttori di uve e 272 le aziende imbottigliatrici in una denominazione di cui il Consorzio rappresenta oltre 1’80%. L’anno scorso si sono superati i 64 milioni di bottiglie (18,6 per il Valpolicella, 30 per il Ripasso e 15,4 per Amarone e Recioto). Sono quasi 8.300 gli ettari vitati nei 19 comuni della Doc Valpolicella. Dall’estate scorsa, però, la Regione ha autorizzato il blocco degli impianti per tre anni “per garantire la remuneratività della filiera e il prezzo medio”. L’Amarone 2016 segna la tendenza a produrre un vino con minor residuo zuccherino verso un gusto elegante. “Il mercato - dice Luciano Begnoni, patron di Santa Sofia - chiede più Amaroni facili da bere. Noi puntiamo su vini del territorio. Senza trascurare il Valpolicella Classico, affinato solo in acciaio, profumato e fragrante. O il cru Montegradella 2016, balsamico e speziato, con lieve appassimento delle uve”. Luciano Buglioni, produttore a San Pietro in Cariano, punta da sempre sull'enoturismo: “Dare attenzione a chi beve è fondamentale. Per questo abbiamo realizzato sei locali dove la cucina sposa vini di Valpolicella”.

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