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Quotidiano Nazionale / La Nazione

La maledizione delle quote latte “L’Italia è in mora, deve pagare” … Deciderà la Corte di Giustizia Ue. “Irregolarità sulla Xylella”... Fronte quote latte e fronte ulivi pugliesi, falcidiati dalla maledetta Xylella: è stata una bruna giornata per l’Italia con il passato che non passa (le quote latte, appunto) e il presente che aggredisce (le piante). Sul primo fronte l’Italia rischia una sentenza della Corte di Giustizia Ue che potrebbe costringerla a recuperare dai produttori di latte 1,343 miliardi. Sul secondo c’è una censura della Commissione europea convinta che le autorità italiane “non sono in grado di arrestare la diffusione di un organismo nocivo, la Xylella fastidiosa”, rimuovendo le piante infette. O entro due mesi rimedia o l’Italia sarà deferita ai giudici europei. Cominciamo dal latte. Il regime delle quote latte è finito nel marzo 2015, però non sono ancora chiuse le vecchie pratiche, i contenziosi con la Ue che per l’Italia sono una tradizione consolidata nei decenni. Il contesto: le quote vennero introdotte nel 1984 in seguito alla crisi di sovrapproduzione nel mercato lattiero, con l’obiettivo di limitare la produzione e trasferire la responsabilità della sovrapproduzione ai singoli produttori e/o ai caseifici nazionali. Se uno Stato superava la quota annuale nazionale, un prelievo monetario sulle eccedenze doveva essere versato dai singoli produttori che superavano la quota individuale, in funzione del proprio volume di sovrapproduzione. Tra il 1995 e il 2009 l’Italia superò la quota e dopo le contestazioni e relativi richiami, Bruxelles portò il caso alla Corte di Giustizia. Ieri sono arrivate le conclusioni dell’Avvocata generale Eleanor Sharpston (britannica) che consiglia ai giudici di considerare l’Italia “inadempiente” perché non ha recuperato dai produttori 1,343 miliardi. Nella stragrande maggioranza dei casi, la sentenza della Corte coincide con i “consigli” degli Avvocati generali. L’Avvocata ritiene che il mancato recupero del prelievo da parte italiana “crea distorsioni della concorrenza” e configura “una situazione iniqua anche nei confronti dei contribuenti italiani”. Dell’importo complessivo di 2,305 miliardi, circa 1,752 miliardi non sono ancora stati rimborsati dai singoli produttori. Parte di questo importo è considerato perso o rientra in un piano a tappe di 14 anni. L’avvocata generale giudica “la legislazione italiana inefficace, irrazionale e farragginosa, foriera di un imponente contenzioso giudiziario che in pratica ha reso estremamente difficoltoso per lo Stato italiano, se non impossibili i recuperi”. Se la Corte ne accetterà le tesi, in mancanza di un rimedio, l’Italia rischia pesanti penali. Quanto alla Xylella fastidiosa, Bruxelles ha fatto un ulteriore passo procedurale inviando un “parere motivato”: entro due mesi l’Italia deve adeguarsi alle norme Ue, procedendo alla rimozione delle piante infette. In seguito ad un’epidemia di Xylella fastidiosa in Puglia le autorità avrebbero dovuto rimuovere le piante infette, però il calendario delle misure comunicate “non si è rivelato efficace” a garantire l’immediata rimozione degli alberi infetti, come prescritto dalla normativa”. Per Bruxelles non c’è alternativa perché, ha ribadito una portavoce, “la ricerca finora non ha trovato nessuna soluzione migliore, in ogni caso l’Italia sa esattamente cosa deve fare dal 2015”.

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