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Brunello e Vernaccia di qulità Peccato che fossero tutti falsi ...Maxifrode a Montepulciano, imprenditore denunciato... Brunello, Chianti, Vernaccia: sono vini pregiati i cui marchi sono noti e apprezzati in tutto il mondo, autentici testimonial delle eccellenze senesi e toscane. Ma sono anche appetibile preda per imprenditori senza scrupoli, pronti a tutto - anche alle frodi e all’inganno - pur di entrare a gamba tesa in un mercato così ricco. È quanto avvenuto, secondo la Guardia di finanza che ha smascherato la truffa, in un’azienda agricola di Montepulciano. Dove un produttore, titolare della stessa azienda, è stato denunciato con le pesanti accuse di contraffazione, alterazione o uso di marchi e contraffazione di indicazioni geografiche e denominazioni di origine di prodotti agroalimentari. Le indagini, coordinate dal sostituto procuratore di Siena Aldo Natalini, sono partite da una verifica fiscale a carico di un rivenditore di vino locale. I finanzieri, nel corso degli accurati controlli, hanno notato alcune anomalie sulle etichette e gli approfondimenti hanno permesso di scoprire due frodi: “Una - spiegano le Fiamme gialle - riguardante la contraffazione, mediante utilizzo “sine titulò, di uno storico marchio” registrato di una azienda vinicola di San Gimignano, mentre l’altra è stata perpetrata attraverso la contraffazione delle certificazioni di origine qualitativa”. I particolari sono inquietanti e i numeri assolutamente significativi. Su una partita di 2.500 bottiglie era stata apposta l’etichetta con un marchio di cui i produttori non erano proprietari. Durante le indagini i militari, oltre alle bottiglie sequestrate pronte per essere vendute, hanno scoperto 51 mila etichette dello stesso tipo e hanno accertato l’avvenuta commercializzazione irregolare di altre 30mila bottiglie di vino. Circa 15mila bottiglie erano invece state prodotte e commercializzate falsamente etichettate con indicazione geografica e denominazione di origine. In questo caso era stata messa in vendita “una partita di vino Chianti Docg 2014 con applicazione di false etichette Chianti Riserva Docg 2013 nonché una partita di vino falsamente etichettato come Igt Toscana 2014 e prodotto, invece, dalla miscelazione di un bianco da tavola e un anonimo rosso”.
Alle indagini ha partecipato anche la sezione di Firenze dell’Ispettorato centrale repressione frodi del ministero delle Politiche agricole. Purtoppo, in Toscana, episodi di questo genere si ripetono con allarmante frequenza, andando a colpire uno dei settori vitali dell’economia. Ma, soprattutto, danneggiando i consumatori e i produttori onesti.

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