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Quotidiano Nazionale

Il Mio Vino … Un ristretto numero di produttori storici piemontesi va reso il grande merito di aver tenuto duro durante la grave crisi degli anni Novanta, mantenendo alto il vessillo della qualità delle loro etichette, quando prezzi troppo alti, immobilismo imprenditoriale e strategie di mercato autolesioniste precipitarono il Gavi nel cono d’ombra di un’eclissi che sembrava irreversibile, se non a prezzo di un drastico e mortificante abbassamento degli standard qualitativi. Tra essi, un posto di assoluto rilievo spetta a Nicola Bergaglio, in seguito affiancato dal figlio Gianluigi, oggi titolare effettivo. In tempi non sospetti, quando l’unica soluzione sembravano i doni iperproduttivi o i migliorativi d’oltralpe, Nicola era tra i pochissimi a credere tenacemente nel Cortese, a rinnovare,.a realizzare lungimiranti investimenti, a puntare sulla comunicazione e sull’accoglienza, perseguendo una politica di basse rese e di valorizzazione del cru aziendale Minaia, le cui caratteristiche sono esemplari della tipologia. Solo Gavi, dunque, con tenacia e perseveranza, nella piena consapevolezza della superiorità del loro prodotto, fine, elegante e longevo. Da vigne risalenti agli anni cinquanta, vendemmiate nella terza decade di ottobre, con lavorazione in acciaio per non intaccare il fragrante corredo di fiori primaverili, muschio ed erbe campestri, arricchiti da agrumi dolci, pesca bianca, ananas, lieve fumé e una punta di miele, contrappuntati da più severi accenti minerali destinati a crescere negli anni, di pari passo con lo charme terziario. Palato sferzante, succoso e teso, polposo e salino insieme, di apollinea struttura.

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