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Allegrini 2024

QuotidianoNet

Il Barolo di Clerico racconta le Langhe … Giuliana Clerico porta avanti la filosofia del marito Domenico, bene anche Dolcetto e Barbera… Il Percristina, dedicato alla figlia, è il top di gamma che affina per ben dieci anni prima di essere messo in commercio. Il Ciabot Mentin e il Pajana sono due espressioni differenti dello stesso cru mentre il Barolo del Comune del Monforte d’Alba (45 euro) è il biglietto da visita aziendale, vino-bandiera del territorio posto in grande evidenza nell’etichetta. Poi c’è l’Aeroplanservaj, l’ultimo arrivato, l’unico che non è figlio di Monforte ma frutto di vigneti piantati a Serralunga d’Alba. Questo il mondo del Barolo Docg di Domenico Clerico, uno dei grandi nomi di Langa, votato alla produzione e all’esaltazione del re dei vini italiani, pur senza dimenticare altri due grandi grappoli piemontesi come Dolcetto e Barbera. Una realtà da 21 ettari vitati per oltre 100mila bottiglie l’anno, esportate in 40 Paesi; una gamma di nove etichette di cui cinque di Barolo. Domenico, a suo tempo uno dei ’Barolo Boys’ che hanno riscritto la storia delle Langhe, è scomparso nel 2017 e oggi a custodire la filosofia è la moglie Giuliana, con una giovane squadra di una ventina di persone capitanata dall’enologo Oscar Arrivabene (nella foto con Giuliana Clerico). Bergamasco, classe 1985, arriva in azienda nel 2014 dopo esperienze di alto profilo nel nord-est, da Livio Felluga ad Allegrini, e nel 2019 ne diventa il direttore a tutti gli effetti. “Cerchiamo di valorizzare le caratteristiche dei singoli terroir e dei singoli vigneti – racconta – il Percristina (190 euro, ndr) nasce nel cru Mosconi ed è un Barolo creato per sfidare il tempo, un vino da intenditori che viene prodotto solo nelle annate migliori di una vigna che ha 65 anni. Dal cru Ginestra arrivano invece sia il Ciabot Metin sia il Pajana. Stessa provenienza (e stesso prezzo, 85 euro, ndr) ma il primo è più ‘classico’, austero al naso e molto lungo e profondo nel sorso, mentre il secondo è maggiormente espressivo nei sentori e in bocca risulta più semplice. Entrambi li produciamo tutti gli anni, per apprezzare le caratteristiche delle singole vigne che non devono mai dare un vino sempre uguale a sé stesso. L’Aeronplanservay (570 euro la cassa, ndr), prodotto per la prima volta nel 2006, rappresenta la sfida di cimentarsi in un terroir diverso da Monforte, spostandosi a Serralunga”. Interpretazioni e cifre stilistiche differenti dello stesso, grandissimo vino. Un approccio alla vigna che si ritrova anche in cantina. “Domenico Clerico era uno dei Barolo Boys – ricorda Arrivabene – ma non era un assolutista. Noi utilizziamo sia barrique sia botti grandi, a seconda del risultato che vogliamo. Anche perché i grandi vini nascono innanzitutto in vigna, dalla terra, questo è l’insegnamento più importante che vogliamo sempre tenere presente”.

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