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Repubblica Food

Cin Cin all’Italia … Dal Trento Doc al Franciacorta l’eccellenza è questione di metodo... Brindare con un ottimo spumante italiano aspettando l’anno che verrà. Oggi è più facile che mai. Il settore della spumantistica è cresciuto in qualità e quantità, con numeri importanti di bottiglie vendute in Italia e all’estero. Le eccellenze provenienti dalle zone più vocate sono diventate dei classici di riferimento. Trento Doc in Trentino e Franciacorta in Lombardia si confermano al vertice della tipologia. A seguire: Oltrepò Pavese e Alta Langa in Piemonte. Ma anche Veneto e Friuli-Venezia Giulia, con il successo record sul mercato internazionale del Prosecco Doc e Docg, e l’Emilia che ha raggiunto picchi qualitativi grazie al Lambrusco. La proposta si amplia e coinvolge tutta la penisola: la spumantizzazione dei tipici vitigni italiani riporta risultati convincenti, pur mantenendo sul podio le varietà elette Chardonnay e Pinot nero. Per orientarsi è utile conoscere i metodi di produzione. Il metodo classico della rifermentazione in bottiglia - il méthode champenoise della Champagne - è alla base di spumanti che hanno un prolungato riposo sui lieviti; tecnica produttiva complessa, dona nobile effervescenza e spessore gustativo. Il metodo Martinotti (o Charmat) si addice alle corde sensoriali dei vitigni aromatici come il Moscato o semi-aromatici come il Glera del Prosecco. La cosiddetta “presa di spuma” si svolge in autoclave e ha un periodo di sosta molto più breve. Tra i risultati migliori: garbati profumi e palato fresco. Negli ultimi anni, anche il metodo ancestrale e “Colfondo” attirano attenzione, sono vini che rifermentano in bottiglia grazie a lieviti presenti sulla buccia dell’acino, zuccheri residui e il rialzo stagionale della temperatura. Senza dimenticare l’opzione cromatica dei Rosé, versione che riserva sorprese. Come il Franciacorta Parosé 2012 della cantina Mosnel. Nel calice rosa ramato, eleganza e grinta giusta per salutare il nuovo anno.

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