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Repubblica

Il produttore ... Il vignaiuolo Giorgio Rivetti. “Vitigni top qualità garantita se autoriduciamo la produzione”... “La ricetta per uscire dalla crisi, difendere il nostro futuro di contadini e vignaiuoli? Produrre meno ma di miglior qualità. Dovremmo tutti ridurre la produzione altrimenti ci guadagnano solo commercianti e imbottigliatori, ma noi produttori si va gambe all’aria”.

Giorgio Rivetti parla con foga e passione, da competente: con i fratelli produce nelle Langhe a La Spinetta 50 mila bottiglie di barolo e barbaresco di eccellenza dopo aver iniziato 40 anni fa la strada che porta alle vigne.

Buona annata?

“C’è tanta uva ma non è il nostro obiettivo. Noi facciamo quella che si chiama la vendemmia verde, ovvero già in questo periodo raccogliamo grappoli ancora verdi dalla pianta, buttiamo via praticamente il 70 per cento del prodotto in modo che quello che resta sia un’ uva migliore e più saporita”.

Quantità e qualità?

“Non sempre vanno d’accordo. Noi facciamo 17,25 quintali di uva per ettaro, potremmo averne 70 ma non conviene”.

Perché?

“C’è già troppa uva, troppo vino sul mercato, si rischia solamente di svendere il nostro prodotto per pochi euro”.

Che fare?

“Produrre tutti di meno, autoridursi come fecero i francesi. I produttori di barolo e brunello, vini di eccellenza, dovrebbero decidere che non si vinifica se non da viti di almeno 20 anni. Così si difende il prodotto, si garantiscono qualità e prezzo. I coltivatori devono tornare a controllare il mercato, non ad esserne ostaggio”.

Come gli agricoltori?

“Esatto, si producono troppe zucchine o pesche? Il risultato è che o si svendono o si buttano. Assurdo, uno spreco. Dobbiamo difendere la qualità, l’eccellenza”.

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