Riduzione del debito (già passato da 95 milioni di euro a 58 in un anno e mezzo), accompagnato da un fatturato consolidato già tornato a crescere (l’esercizio 2011-2012 è previsto a 91 milioni di euro sugli 79,5 del 2009-2010 e 86,8 milioni 2010-2011, con un margine operativo lordo salito da 4,5 a 6,8 a 7,6 milioni di euro), e valorizzazione dei diversi “micro territori” e delle identità del Trentino (e dell’Alto Adige), e soprattutto del lavoro dei più di 1.500 soci, per una cantina non più “accentratrice”, ma in grado di valorizzare le specificità dei territorio e delle realtà produttive che la compongono, differenziando prodotti, identità e management: ecco i punti chiave del rilancio di La-Vis, una delle più importanti realtà vinicole del Trentino, da sempre tra i leader in Italia per il rapporto qualità/prezzo dei suoi prodotti.
Una strategia già in atto per uscire dalla difficoltà finanziarie che hanno portato al commissariamento della cooperativa (ora guidata dal commissario Marco Zanoni), e che potrebbe proseguire, salvo sorprese, anche dopo la fine del commissariamento, da settembre 2012. Un percorso iniziato con la dismissione e la vendita di asset non strategici come quello delle mele, ma ancora da completare, e con la ridefinizione di ruoli chiave nel management (con l’ex ad Fausto Peratoner, tra gli altri, ora direttore commerciale del segmento “Core Wines”, soprattutto sfuso, e la supervisione enologica affidata all’enologo Beppe Caviola). Ma soprattutto con un progetto che mira a restituire identità e valore alle diverse anime di La-Vis. Si parte da Cembra - Cantina di Montagna, che sarà il fiore all’occhiello del gruppo dove saranno valorizzati i vitigni autoctoni e internazionali più vocati per il territorio, soprattutto per il segmento “fine wines”, come la storica linea “Ritratti”, per tornare in Alto Adige, sul “sentiero del Dürer”, con le uve dei vigneti altoatesini che torneranno ad esprimere anche vini comunicati come altoatesini, affinati nella cantina recuperata nello storico palazzo nello storico Palazzo An der Lan di Salorno.
E, ancora l’investimento sul biologico al 100%, ma anche il biodinamico, a cui saranno dedicati 100 ettari concentrati soprattutto nei terreni di Maso Franch, con il prodotto di punta che sarà “L’altro Manzoni”, ovvero un vino bianco ottenuto dal vitigno “Incrocio Manzoni” (ottenuto dal professor Luigi Manzoni, storico agronomo italiano vissuto tra la fine del 1800 e la metà del 1900, ndr). E per dare ancora più rilevanza alla volontà di esprimere nei vini le vere identità di tutto quello che è il gruppo La-Vis, su alcune linee di prodotto, sui “Cru” di ogni cantina del gruppo, saranno riportati anche i nomi di alcuni soci viticoltori che hanno conferito le uve da cui qui vini sono nati. Senza dimenticare il nuovo progetto del La-Vis di La-Vis, un nuovo spumante metodo charmat, che fa parte della storia della controllata Cesarini Sforza e che, nelle intenzioni, mira ad insidiare il mercato del Prosecco. E ancora investimenti nel marketing e nei social media per la comunicazione. Ma il rilancio di La-Vis passa anche per la ridefinizione di aspetti organizzativi: dalla costruzione di una nuova rete vendita su tutto il territorio nazionale e investimenti per accordi di distribuzione all’estero in mercati strategici come la Germania, per esempio, ma anche lo spostamento della produzione di Casa Girelli in altre strutture di La-Vis, per sfruttare economie di scala e valorizzarne i prodotti più remunerativi. E, ancora con una ridefinizione del management più moderna e capace di rispondere con più reattività alle dinamiche economiche e di mercato che cambiano a ritmi sempre più frenetici.
“La-Vis si è trovata due anni fa ad approcciare un momento di difficoltà legate soprattutto a questioni di carattere finanziario - spiega il commissario Marco Zanoni - il prodotto è sempre rimasto molto importante, e questo ha dato sicurezza all’attività intrapresa per il riposizionamento di una realtà che ha fatto la storia dell’enologia, e che con tenacia, spirito di vicinanza da parte dei soci e nuove figure chiave nel management sta rimettendo a posto le cose, e i numeri lo dimostrano”. Un percorso avviato e già nel vivo, dunque, che ha ben presenti alcuni punti fermi: la valorizzazione delle identità dei territori e la tutela della base sociale, che è la priorità di ogni cooperativa.
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