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Salute, sfera personale, sostenibilità, questioni sociali e impatto della produzione sulle comunità: ecco i macro concetti attorno a cui ruotano i 12 “Global Consumer Trends” 2018, fondamentali anche per il vino, secondo “Wine Intelligence”

Italia
I Global Consumer Trends 2018 secondo Wine Intelligence

Al netto delle sue peculiarità, il vino, nelle sue tante forme, si confronta come tutto il resto delle merci, con dei macro trend che riguardano la grande massa dei consumatori. A metterli in fila, come di consueto, è lo studio inglese “Wine Intelligence”, nel suo “Global Consumer Trends” 2018, edizione n. 12. Come 12 sono le parole chiave che stanno orientando i consumi, divise in cinque macrotemi che riguardano la salute, la sfera personale, la sostenibilità, la società e il tema del “provider led”, ovvero su come i prodotti ed i servizi a loro legati sono realizzati. Sul fronte della salute, il primo trend è quello “Recharge”, e premia i prodotti che, in qualche modo, sono associati alla “ricarica” psico-fisica, dei consumatori. Poi viene l’“Exlcude”, che vuol dire non solo puntare su prodotti il più possibile naturale e senza elementi esterni aggiunti, ma anche la riduzione dei consumi di prodotti, magari di migliore qualità, per ottenere anche maggiori benefici per la salute. Ma c’è anche l’altra faccia delle medaglia, ovvero il trend “Augment”, che strizza l’occhio agli ingredienti aggiunti ai prodotti che possono avere benefici per la salute. Sul fronte della sfera personale, invece, i trend premianti sono quelli del “Control”, ovvero tutti quei prodotti e servizi che danno la sensazione di avere un controllo totale su ogni aspetto della vita, anche con la maggior personalizzazione possibile, e del “Frictionless”, che altro non è che la capacità di rispondere in maniera immediata, efficienti e con meno passaggi possibile alle aspettative dei consumatori.
Altro grande tema che attraversa ogni tipo di produzione, con il vino che non solo non fa eccezione, ma che è quasi un paradigma in questo senso, è quello della sostenibilità. Che si declina nel “Reduce”, ovvero nella riduzione dell’impatto ambientale della produzione di vino, sotto ogni aspetto: dal minor uso di pesticidi al risparmio di risorse idriche, alla riduzione di inquinamento e spreco. La cui logica conseguenza è quella del “Re-purpose”, cioè il riuso ed il riciclo di materiali utilizzati nel processo produttivo. I produttori di vino del mondo, poi, secondo “Wine Intelligence”, devono essere particolarmente attenti alla crescenti importanza che i consumatori danno ai valori sociali incarnati dai prodotti e della aziende. Su tutti, l’“Equality”, il senso di uguaglianza e di non discriminazione nei confronti di ognuno, ed il “Respect”, che esprime la crescente importanza che i consumatori danno alla provenienza, all’impatto sulle comunità e all’artigianalità di un prodotto o di un servizio. Infine, ci sono i trend legati al tema del “provider led”. Prima di tutto l’“Obsession”, cioè la passione quasi monotematica dei consumatori su cui un produttore, anche di vino, deve puntare i propri messaggi per affermare il proprio marchio tra i tanti che esistono. Magari anche cavalcando l’onda della “Fusion”, che vede i consumatori sempre più interessati a prodotti che nascono da contaminazioni tra settori diversi, come, per esempio, le birre affinate nelle botti usate per la produzioni di vino e whisky. Il tutto, puntando sull’“Activate”, ovvero su tutti quei processi comunicativi, ma non solo, in grado di creare interazione tra il consumatore ed un prodotto, per esempio giocando sulle etichette del vino, ma non solo, e, soprattutto, capaci di far ricordare il prodotto ed il marchio. Concetti ampi, difficili da delineare e da inquadrare, ma su cui anche il mercato del vino, spesso troppo concentrato solo su dinamiche settoriale, deve tenere conto.

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