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Sette / Corriere Della Sera

Mal di testa da alcol, colpa di un enzima
Se si beve troppo, il fegato non metabolizza. Le cose possono peggiorare per chi soffre di cefalee a grappolo ... Alcol e mal di testa, un binomio intimamente connesso. Per alcuni, infatti, l’alcol è sinonimo di cefalea, qualunque tipo di vino si beva: bianco o rosso ma specialmente il liquore, anche in minime quantità. Tale fenomeno è dovuto a due varianti del Dna. È quanto ha scoperto uno studio guidato da Lorenzo Pinessi, direttore del Centro cefalee dell’Università di Torino, pubblicato sulla rivista Headache. La ricerca è partita dalla considerazione che l’alcol dev’essere rapidamente metabolizzato per evitare danni all’organismo. Ciò avviene grazie agli enzimi: alcol deidrogenasi e aldeide deidrogenasi contenuti nel fegato. Proprio quest’ultimo converte l’alcol prima in acetaldeide e, in seguito, in acido acetico. Questa conversione è completa in caso di dose normale e contenuta. Tuttavia, se il consumo di alcol è eccessivo, il fegato non è in grado di degradarlo tutto , di conseguenza, l’acetaldeide che sfugge alla conversione in acido acetico può causare nausea e mal di testa, anche per diverse ore. All’effetto dell’alcol etilico si aggiunge la formazione di formaldeide a partire dal metanolo, un’altra sostanza presente, seppur in quantità minore, nelle bevande alcoliche. Per smaltirlo, li fegato utilizza gli stessi enzimi responsabili della degradazione dell’etanolo. Tuttavia, la loro attività inizialmente si concentra in prevalenza su quest’ultimo e verso il mattino, quando pressoché tutto l’etanolo sarà stato smaltito: Il fegato inizierà a trasformare il metanolo in formaldeide, causando, ancora una volta, cefalee. Infine, altre molecole, come l’istamina e la tiramina, abbondanti nel vino rosso e nella birra, contribuiscono all’insorgenza del mal di testa. Questa ricerca ha avuto una contemporanea conferma dai colleghi dell’Università cli Madrid, constatando che coloro i quali riferivano attacchi emicranici correlati all’uso di bevande alcoli- che avevano una particolare variante del gene che codifica per l’alcol deidrogenasi 2 (Adh2). La ricerca italiana, basandosi su questo aspetto genetico, ha quindi testato un campione di no volontari, tutti affetti da cefalea a grappolo, malattia caratterizzata da fasi attive (il grappolo, in cui il paziente ha numerosissime crisi di cefalea) alternate a fasi di remissione. Gli studiosi hanno così scoperto che nella fase- grappolo l’assunzione anche di modeste quantità di alcol è in grado di scatenare violentissime crisi di cefalea, ma nella fase di remissione il fenomeno scompare. Studiando l’alcol deidrogenasi 4 (Adh4), un altro dei geni che regolano il metabolismo dell’alcol, è stata identificata una variante genica che si associa in modo significativo alla cefalea a grappolo. I portatori di questa variante genica hanno un rischio notevolmente superiore di sviluppare la malattia. Anche i diversi tipi di alcolici sono più o meno a rischio di causare mal di testa, specie l’emicrania, come lo champagne e altri vini con zuccheri aggiunti. Anche mm, bourbon e cognac, classici del dopocena, contengono sostanze che possono scatenare il mal di testa. In generale, tanto più il colore dell’alcolico è scuro, tanto maggiore è il contenuto di sostanze che causano emicrania.

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