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L’ex monastero e la svolta con il pinot nero … Cristina Cerri Comi, la terza vita di Travaglino… Viene dalla Bocconi, Cristina Ceni Comi. Ha lavorato in mezzo mondo nella finanza dopo la laurea, da Madrid, a Hong Kong a Sidney. Fino a quando ha capito che sarebbe stato un imperdonabile errore abbondare l’azienda che la sua famiglia ha fatto crescere in un secolo e mezzo. Un monastero del 1100 diventato la cantina Travaglino, con goo ettari di verde, di cui 8o a vigneto, con 200 mila bottiglie l’anno. Così Cristina, da quasi un decennio, è tornata a Calvignano, nell’Oltrepò Pavese. “Una terra magica, con un potenziale incredibile”, dice sicura. Era stato il bisnonno di Cristina, Vincenzo Comi, ad acquistare la tenuta nel 1868. Il nipote, con lo stesso nome del nonno, ha aperto la cantina nel 1965. Anno dopo anno, grazie al lavoro dell’enologo Achille Bergami con il super consulente Donato sanati, Cristina Ceni Comi è riuscita assieme al fratello Alessandro ad innalzare la qualità dei vini Travaglino. Come la Riserva del Fondatore Vincenzo Comi, un Extra Brut Metodo classico della Docg Oltrepò Pavese. È una delle 80 bottiglie selezionate nella guida Bollicine, bere bene per le feste, in edicola con il Corriere delta Sera (a 3,93 euro oltre il prezzo del quotidiano). La posizione dei vigneti (esposti a Sud, ad una altitudine fino a 350 metri sul livello del mare) e il terreno argillo-calcareo favoriscono complessità e piacevolezza di questa etichetta. Le versioni di Metodo classico a base di Pinot nero comprendono un Brut Blanc de noir e un Brut Rosé. Interessante, nella gamma, il Riesling Riserva Campo della Fojada.

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