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È Luca Formentini il vignaiolo più verde ... Produttore e musicista, da un pacchetto di corde per chitarra ha tratto l’ispirazione per un “Vino” senza lieviti, solfiti aggiunti e filtrazione...Ogni scelta in campagna e tra le botti, su come allevare le viti e usare i loro frutti, non ha a che fare solo con la qualità del vino, ma anche con la coscienza di abitare in un ambiente che ha bisogno di essere salvaguardato. Per questo l’edizione di quest’anno della guida ai 100 migliori Vini e Vignaioli d’Italia racconta i produttori che si stanno impegnando per cambiare in meglio le aziende. Nella guida, in edicola dal 22 ottobre, la parola viene lasciata ai produttori: ognuno spiega le sue azioni verdi. Accanto ad ogni scheda dei 100, compare quindi un testo raddoppiato quanto a lunghezza rispetto all’anno scorso. Così si scopre che dietro ad una bottiglia c’è anche uno sforzo per inquinare meno, per consumare meno energia, puntando verso l’impatto zero. Nella stragrande maggioranza dei casi i vini di questa prima parte della guida non costano più di 15 euro. Anche quest’anno sono cinque i premi assegnati: la scorsa settimanale abbiamo presentato la migliore vignaiola estera 2022, Alice Paillard, della maison di Champagne fondata dal padre Bruno. Il premio per il vignaiolo verde dell’anno va invece a Luca Formentini, di San Martino della Battaglia. Produttore di vino ma anche musicista. Dalla sua cantina, Selva Capuzza, 250 mila bottiglie l’anno, è uscita nel 2021 una piccola produzione (1.600 bottiglie) che racconta la personalità dell’ex presidente del Consorzio Lugana Doc. Si chiama “Vino” ed è nato “per dare una risposta a chi vuole prodotti più sostenibili e fedeli al territorio”. Niente lieviti, né solfiti aggiunti, né filtrazioni. Formentini da 15 anni investe sulla sostenibilità. L’idea gli venne acquistando un pacchetto di corde per la chitarra: c’era scritto che la confezione cambiava per inquinare meno. Da quel momento Formentini ha fatto solo scelte bio. Selva Capuzza è stata una tra le prime aziende a calcolare l’impronta carbonica con il progetto Itaca. Niente prodotti chimici, bottiglie leggere, 15% della superficie aziendale dedicata alla biodiversità.

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