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Robert, il Collio e l’avventura di un ex ventenne … Princic: così ho fondato e fatto crescere Grands’ciutta… Era il 1997 quando il padre di Robert Princic, con due parole ruvide e dolci assieme, come si usa nel Nord Est, disse al figlio: “Pensaci tu”. C’era una campagna con un vigneto di dieci ettari. Il vino si vendeva, ma solo sfuso, con le damigiane. Robert, a 20 anni, era pronto, aveva studiato enologia a Conegliano e aveva le idee chiare. Ha iniziato a imbottigliare e a vendere in tutto il mondo. Alto, biondo, magro e dalla stretta di mano poderosa, Robert ha fatto crescere i suoi vini con l'etichetta Gradis’ciutta, il nome della località delle terre di famiglia. “Un ritorno al passato” racconta “nel 2008 ho convertito al biologico tutti i vigneti”. La cantina è San Floriano, un borgo con 5 case nel cuore del Collio, in provincia di Gorizia. L’antica Gradis’ciutta si chiama ora Giasbana, dove passava la cortina di ferro tra l’Italia e la ex Jugoslavia. “Ora il confine rappresenta l’unione dei popoli” dice Robert “nel nome del Collio, che per me è sacro”. Parola di ex presidente (per sei anni) del Consorzio del Collio. I vigneti dei Princic si estendono anche nei Comuni di Dolegna e Capriva del Friuli, 40 ettari da cui si ricavano 200 mila bottiglie. Tra i vini di Robert meritano un posto sulle tavole estive il Pinot grigio, con gusto di pesca e meloni, e il Friulano, l’ex Tocai che profuma di fiori d’acacia. Ma per capire meglio la passione di Robert, si può scoprire la Riserva, un uvaggio di stampo antico per il Collio, Ribolla con l'aggiunta di Malvasia e Friulano: l'annata 2016 assicura sensazioni intense e freschezza.

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