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Quella notte nel castello con i vini di Pojer e Sandri … L’ultima impresa dei puristi di montagna si chiama Zero Infinito Frizzante e col fondo, da uve Solaris, ha anche una versione rosata… Era una notte d’estate, più di trent’anni fa. Nel giardino di un castello trentino, musica dal vivo e bottiglie in una festa paesana. Con il compagno di viaggi e calici, l’oste delle “enoiteche” Mauro Lorenzon, giravamo il Nordest per conoscere vignaioli veri. A Trento e dintorni c’erano i nobili, quelli con lo stemma araldico sull’etichetta. E poi c’erano i ragazzi, arrivati dal nulla, senza soldi e senza dimore storiche. Eravamo al tavolo con due di loro. Avremmo potuto chiamarli i montanari dei “vins de garage”, ma non sapevamo che esistessero i “vins de garage”. Mario Pojer sfoggiava baffoni come Frank Zappa e un fisico da terzino duro ma non falloso alla Burgnich. Fiorentino Sandri, metalmeccanico ancora senza i basettoni che oggi gli circondano it viso, aveva da poco ereditato: due ettari di vigna, un bue, due mucche e una distilleria clandestina per la grappa. Ai tavoli scorreva il Muller Thurgau dei due ragazzi poco più grandi di noi che si erano fatti prestare qualche lira dalla nonna per aprire una cantina a Faedo, trasformata in un laboratorio per Schiava, Nosiola, Pinot nero e altri vitigni. La loro etichetta, con uno zampognaro disegnato da Dürer, ci conquisto. Adesso le bottiglie di Pojer e Sandri sono 25omila l’anno e si trovano nei migliori ristoranti del mondo. I due ettari sono diventati 33. Mario ha due figli, Fiorentino tre, tutti lavorano nell’azienda con terreni in 6 diversi Comuni. Quella sera nel castello, guardando l’uomo con i baffoni, pensavo alle piccole virtù di cui scriveva Natalia Ginzburg: “Non il desiderio del successo, ma il desiderio di essere e di sapere”. E ritrovo questo spirito e i decenni di innovazioni, tra vitigni resistenti e vinificazioni con una mongolfiera per far quasi sparire la solforosa dai bianchi, nel loro ultimo vino: Zero Infinito, da uve Solaris, frizzante e col fondo, che profuma di montagna e di tropici. Succoso e sorprendente, ancor di più nella nuova versione rosata. Il vino che nei giorni di festa porterà la memoria a quella dolce sera d’estate in un castello trentino.

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