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Turriga, un tuffo nel mediterraneo lungo 30 anni … Valentins Argiolas e il grande rosso creato da Tachis… Ha trent’anni il Turriga, il vino che ha aperto le porte dei mercati agli Argiolas, una famiglia solida e unita che produce 2,5 milioni di bottiglie l’anno da cinque zone (250 ettari). Il grande rosso è frutto di una intuizione di Franco Argiolas che convinse Giacomo Tachis a sbarcare in Sardegna. Tachis, che si definiva”mescolatore di vini”, è stato il più grande tra gli enologi del Rinascimento dei vini italiani. Il Turriga, un blend a base di Cannonau, è diventato l’emblema della qualità dei vini sardi. Le 30 vendemmie sono state celebrate con una mostra assieme allo studio Pretziada, laboratorio sull’artigianato sardo in chiave contemporanea e artistica. La mostra si chiama Dialogo Adagio ed è visibile a Serdiana, sede della cantina, fino al 30 settembre. È nata da una mail, racconta Valentina Argiolas che, con la sorella Francesca ed il fratello Antonio, rappresenta l’ultima generazione alla guida. “Sono entrata in contatto con Pretziada per caso. Ho ricevuto una mail inviata a me per errore, alla quale ho sfacciatamente risposto chiedendo di incontrarci”, spiega. In fondo il Turriga (alla pari dei lavori creativi della coppia italo-americana:Kyre Chenven, californiana, e Ivano Atzori) rappresenta l’eccellenza artigianale della “sardità”, come la chiama l’enologo di famiglia Mariano Murru. A Milano sono state presentate quattro annate del Turriga:dall’austero 1988, al mediterraneo 1998, dall’armonico e “classico” 2008 e al morbido 2018.

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