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Style Magazine/corriere Della Sera

Lunga vita al Monprivato … In questa stagione all’Enoteca suggeriamo vini rossi importanti, abbinati a carni accompagnate da prodotti tipici del periodo. In particolare, con le sella di cervo alle nocciole, purea di castagne e lenticchie al caffè con tartufo bianco d’Alba, consigliamo il Barolo Monprivato Ca’ D’Morissio 2001 prodotto dall’azienda agricola Mascarello Giuseppe e Figlio, vignaioli dal 1881 Questo vino possiede forte longevità e le grandi annate agevolmente superano i vent’anni. Il Monprivato, per usanza storica, va preso in considerazione con almeno otto anni di maturità dalla vendemmia, per rilevarne la sontuosa eleganza, la nitidezza dei profumi complessi, fruttati, intensi, speziati, con note floreali. Al palato esprime ottima corposità con nerbo e trama fitta che lo rendono austero ed eccellente per persistenza aromatica, Inebriati dalla presenza del prezioso tubero albese, abbiamo scelto questo emblema del Piemonte ben consapevoli dell’evidente competizione per la qualità che esiste fra questa regione e le produzioni vinicole della Toscana.
I Supertuscan risultano esuberanti nella complessità dei profumi e del corpo, mentre i vini piemontesi, o meglio della Langa (nelle Docg Barolo e Barbaresco) esprimono raffinatezza olfattive ed eleganza gustativa. E’ palese il parallelismo, anche storico, tra i vini di Toscana e quelli del Bordeaux; è indubbia la somiglianza gustativa tra i Barolo e i Barbaresco da un lato e i Pinot noir della Bourgogne dall’altro. A conferma della volontà di imporre e di rafforzare l’alta immagine per il Barolo, è stata applicate la mappatura di ben 165 aree viticole di livello superiore, classificate burocraticamente Mga (Menzioni geografiche aggiuntive); i francesi, con la loro grandeur, le hanno codificate in Grand o Premier Cru. Malgrado la terminologia riduttiva, noi poco abbiamo da invidiare!

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