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Viaggi Di Repubblica

Champagne cacio e pepe ... A Palazzo delle Esposizioni la grande cucina d Antonello Colonna Ravioli in trippa e Clos du Mesnil 1996, crocchette di baccalà e Krug Grande Cuvée 1996. Il re delle bollicine e la cucina romana, un abbinamento rivoluzionario che ha accolto Cristopher Rothko, figlio di Mark, tra i fondatori dell’espressionismo astratto americano: le tele del grande artista hanno tenuto a battesimo il rilancio del Palazzo delle Esposizioni, che dopo cinque anni di restauro punta ora a diventare il Beaubourg della Capitale. Sulla terrazza c’è ora l’Open Colonna, il ristorante nello spazio della serra, progettato dall’architetto Paolo Desideri, regno di Antonello Colonna, pluristellato chef che dell’abbinamento tra le bollicine d’autore e i piatti della tradizione romana ha fatto uno dei suoi cavalli di battaglia nel suo locale di Labico, alle porte di Roma. Ora la nuova sfida, sui tetti del palazzo progettato a fine Ottocento da Pio Piacentini. Le vetrate guardano sui palazzi umbertini e lo shopping lungo via Nazionale. Il locale, elegante e con ampi spazi all’aperto, è dotato di caffè, bistrot e ristorante assieme. Diversi volti, un’unica formula: alta qualità a basso costo. Il cacio e pepe versione minimalista, uno dei piatti più famosi di Colonna, con la pasta tirata a mano, costa 8 euro. E, a breve, verranno venduti i kit con gli ingredienti originali per preparare a casa un piatto d’autore. Spezzatino in umido o pollo alla cacciatora, nel segno della tradizione, più veloci ed economiche le tapas e i finger food. Lusso, ma accessibile, la filosofia vale anche per il vino. Campeggia l’Enomatic, il bancomat del vino, macchinario tecnologicamente avanzato che consente di acquistare a calice bottiglie di grande pregio. Ma torna in auge anche il vino sciolto: idea di Colonna è riportare a tavola il mezzo litro delle osterie romane. Come quando con la porchetta si beveva il cesanese o il cannellino.

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