Il Mon Satèn di Villa Franciacorta è solo uno dei dodici spumanti che produce la celebre cantina del bresciano. Ampia e generosa al naso, la versione 2019 profuma di frutta tropicale, arancia e crema pasticcera, diventando più sottile al sorso, dove scorre cremoso ma teso, citrino e sapido, dalla lunga chiusura vegetale. Insieme ai vini fermi, le 17 etichette sono il risultato di una minuziosa parcellizzazione dei 46 ettari vitati, composti da un lotto unico a Monticelli Brusati (il più grande della tenuta, che collega il Monte Delma al Monte Madonna delle Rose) e i terreni nelle tenute di Provaglio d’Iseo (dedicati allo Chardonnay), di Martinello (destinati al Pinot Nero), di Ronco di Gussago e Roccolo. Alcune vigne hanno 45 anni di età, piantate nel 1978. Il terreno è di origine marina e la brezza che soffia costante e fresca, proveniente dalla Valcamonica e dalla Valtrompia, assicura buone escursioni termiche fra giorno e notte, e quindi buone acidità in tutte le varietà coltivate: Chardonnay e Pinot Nero, certamente, ma anche Pinot Bianco, Barbera, Nebbiolo, Cabernet Franc e Sauvignon e Merlot. Fondatore e animo dell’azienda fu Alessandro Bianchi, che si innamorò del borgo antico nel 1960 trasformandolo gradualmente in un’azienda complessa e completa: un riferimento per la denominazione. Dalla sua morte nel 2020 le redini sono passate alla figlia Roberta, che ne sta sviluppando ulteriormente le potenzialità.
(ns)
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