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Vini e Spiriti - La Repubblica

Tenute Folonari una saga di due secoli … Pionieri nel Chianti Classico, hanno valorizzato il Sangiovese di qualità. Oggi possiedono cinque cantine per 250 ettari di vitati totali. L’ultima sfida, il “Macello di Bolgheri” con la carne firmata da Dario Cecchini… Fanno vino da 200 anni. Partiti dall’originaria provincia bresciana, sono arrivati fino alla Puglia e poi all’amata Toscana. Vignaioli, i Folonari, ma anche banchieri, esponenti di quel capitalismo familiare che ancora oggi costituisce l’ossatura portante del sistema imprenditoriale italiano. Da Francesco e Italo, grandi protagonisti dello sviluppo della casa all’inizio del Novecento, fino ad Ambrogio e Giovanni e alla loro voglia “matta” di puntare solo sui vini di qualità. Una matassa complessa, che si dipana lungo cinque generazioni. Due imprenditori di razza, Francesco e Italo, entrambi descritti da Giovanni Bazoli (nipote del secondo) come divorati dal sacro fuoco dell’impresa, ma anche così diversi. Cattolicissimo Francesco, legato agli ambienti ecclesiastici e fondatore a Brescia della Banca San Paolo. Liberale e infervorato dai grandi cambiamenti economici e sociali, Italo, figura di spicco della banca concorrente, punta della finanza laica: il Credito Agrario Bresciano. La storia della famiglia Folonari inizia alla fine del XVIII secolo. A quell’epoca troviamo i discendenti del capostipite, Lorenzo, già attivi nella produzione di vino in Val Camonica, nel Bresciano. Lo sviluppo esponenziale giunge però alla fine dell’800, sotto la guida dei fratelli Francesco e Italo Folonari. La sede dell’azienda dalla Val Camonica viene spostata a Brescia e, nel 1913, arriva l’acquisto della storia casa vinicola toscana Ruffino, nota per la distribuzione in Italia e all’estero del Chianti Classico imbottigliato nei tradizionali fiaschi di vino avvolti nella paglia. In pochi anni i fratelli Folonari si ritrovano con cantine sparse in tutta Italia, e diventano i primi grandi esportatori del vino italiano: saranno loro a portare il Chianti negli Stati Uniti, mentre la fama dei loro vini arriverà in ogni angolo d’Europa, dalla Russia degli zar all’Inghilterra edoardiana, e supererà indenne ben due guerre mondiali. Archiviato il secondo dopo-guerra, arriva il momento della svolta. Nei primi anni Sessanta Nino Folonari - il figlio di Italo -accantona le produzioni di massa e si concentra sulla qualità e sull’introduzione in Italia delle denominazioni del vino, alla maniera dell’Aoc francese. A Nino si devono l’acquisto delle due tenute di Greve in Chianti in provincia di Firenze: il Cabreo e Nozzole. Nel 2000 Ambrogio e Giovanni Folonari - rispettivamente figlio e nipote di Nino - lasciano la Ruffino e il resto della famiglia e fondano la “Ambrogio e Giovanni Folonari Tenute”, rilevando le cinque aziende agricole espressione dei migliori terroir toscani. Proseguendo sulla strada indicata da Nino, rivalorizzano il territorio e le sue peculiarità, investono sulle tenute e sulla qualità del vino, e puntano a rappresentare l’intera gamma della produzione enologica toscana. Oggi l’azienda è guidata dal presidente onorario Ambrogio Folonari, 92 anni, decano dei viticoltori italiani, e dal figlio Giovanni, presidente, mentre amministratore delegato è Bruno Alvisini. In consiglio di amministrazione anche Giovanna Cornaro, moglie di Ambrogio, e le figlie Francesca, responsabile dello sviluppo e della gestione immobiliare, e Angelica. Fondamentale l’apporto di uno dei più quotati enologi toscani: Roberto Potentini. “Nel 2021 abbiamo realizzato 1,2 milioni di bottiglie - spiega Alvisini - divise fra 50 etichette, con un fatturato di circa 11 milioni di euro. La nostra produzione è per il 50% destinata all’estero, per il 25% venduta in Toscana e per il restante 25% commercializzata soprattutto fra Roma, Milano, Venezia, il Triveneto e l’Alto Adige. Le Tenute di proprietà sono cinque, per un totale di 250 ettari: Nozzole, Tenute del Cabreo, La Fuga, Campo al Mare e Vigne a Porrona, tutte in territorio toscano”. Nell’autunno del 2016 è partito il lancio dei “Baby Super Tuscan” (Bst). Se il Chianti Classico rappresenta la tradizione, con i Bst la “Ambrogio e Giovanni Folonari Tenute” ha voluto reinterpretare i Super Tuscan, proponendo due prodotti che rappresentano un unicum in questo panorama perché non sottoposti ad affinamento in legno e quindi più immediati, piacevoli e morbidi al gusto. All’inizio del 2017 la famiglia Fo-lonari vara il progetto di rilancio del Chianti Classico della Tenuta di Nozzole presentando al mercato una gamma completamente rinnovata nel packaging e nelle note sensoriali, più adeguate alle richieste e ai gusti del mercato internazionale, ma saldamente ancorate alla tipicità del Sangiovese vinificato in purezza in tutte le etichette presentate. Obiettivo è quello di valorizzare ciascuna tipologia basandosi sul concetto fondante che la qualità parte dal Chianti Classico di annata. Racconta Giovanni: “Il 2018 è stato l’anno di una nuova immagine e di una nuova filosofia produttiva per i vini delle Tenute del Cabreo. Si è deciso, infatti, di puntare su frutto ed eleganza come elementi distintivi del nuovo stile produttivo e di rendere meno invasivo l’impatto del legno”. Nel 2020 è stato inaugurato il nuovo punto vendita e degustazione presso la Tenuta di Nozzole. Il nuovo spazio è stato concepito come una vera e propria esperienza a 360° nel mondo del vino, delle etichette e dei valori che ispirano l’azienda. L’apertura si inserisce nel processo di rinnovamento dell’azienda, che ha varato un programma di investimenti per l’ampliamento dei vigneti e la completa automatizzazione dei processi di imbottigliamento. “Nella cantina di Nozzole - spiega Alvisini - il Chianti Classico riposa in 1.500 botti. Ogni tenuta ha la sua cantina per un totale di altre 2.500 botti”. A Nozzole è possibile intraprendere un vero e proprio viaggio nel Sangiovese, il vitigno principe del Chianti. “Qui c’è l’università del vino”, commenta orgoglioso Ambrogio Folonari. L’immensa cantina custodisce al suo interno una chicca spettacolare. Tutte le annate del Chianti a partire dal 1982. Quarant’anni di produzione per un totale di 40 mila bottiglie. Non c'è solo il vino, però, nell’orizzonte dei Folonari. La tenuta di Nozzole a Greve in Chianti ha scelto di essere autonoma nella produzione di energia elettrica sostenibile. Un impianto a pannelli fotovoltaici produrrà energia elettrica pulita a partire dalle radiazioni solari e provvederà alle esigenze di tutta l’azienda. Alla produzione vitivinicola si affianca poi anche una nuova tipologia di ospitalità ed esperienza del territorio toscano. Cinque strutture extra-alberghiere adibite a dimore di lusso e situate all’interno di tre tenute: a Greve in Chianti si trovano il Borgo del Cabreo (11 camere) e la Pietra del Cabreo (11 camere e suite), a Nozzole la Villa (9 camere) e la Casavecchia (casale indipendente che ospita fino a 10 persone, gettonatissimo dagli americani), mentre a Montalcino troviamo La Fuga, un romantico casolare con tre camere. Giovanna Cornaro Folonari ha trasformato l’arte dell’accoglienza e della tavola nel vero fil-rouge della sua vita. Le cinque residenze nascono dal suo estro e dalla capacità di vedere la bellezza di un antico borgo o di un rustico e di valorizzarla creando strutture di ospitalità di grande allure. “Il resto lo fa il Chianti - racconta - una realtà dove le stagioni regalano i colori e i profumi di un paesaggio unico al mondo”. L'ultima scommessa dei Folonari risale allo scorso maggio: il “Macello di Bolgheri”. Una spettacolare macelleria con cucina, vista che spazia fra i vigneti e il mare, ricavata da un’antica rimessa della famiglia. Un’avventura condivisa con Dario Cecchini – l’ambasciatore della chianina nel mondo, l’uomo che esalta “la ciccia” e declama l’intera Divina Commedia a memoria - e con il suo pupillo, Omar Barsacchi, patron dell’Osteria Magona. Entrando si viene accolti dal banco delle carni, dalla vetrina con tutti i vini della maison e dai frigoriferi a vista. Qui regna incontrastata la Panzanese, la “ciccia” del Cecchini, ma nel menu ritroviamo anche alcuni piatti cult dell’Osteria Magona. Difficile resistere.

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