I Colli Euganei rappresentano una delle terre storicamente vocate alla coltivazione del Moscato Giallo - che nella Docg è indicato come Fior d’Arancio - vitigno con il quale Elisa Dilavanzo si confronta da sempre, alla ricerca di strade enologiche capaci di liberarlo dal pregiudizio che lo vuole confinato ai soli vini dolci. Il risultato odierno sono cinque diverse etichette, che si ricompongono in una vera e propria ‘Via del Moscato’, all’interno della quale spicca Infinito, un vino che, spogliato della naturale componente zuccherina del vitigno, dimostra tutta la versatilità di un uva, che sembra non smettere mai di stupire i suoi più attenti interpreti. Plasmato dal particolare microclima che caratterizza il territorio euganeo e prodotto con uve coltivate tra i 50 e i 250 metri slm in terreni di matrice argillosa e calcarea dalla favorevole esposizione, Infinito deve il nome a una telefonata tra Dilavanzo e un suo fornitore, che male interpretò il numero ‘8’ scritto sulla botte indicandolo appunto come “Infinito”. Nel bicchiere si presenta di un bel giallo paglierino e rivela al naso un piglio aromatico che prende forma in sensazioni di magnolia, agrumi e albicocca. In bocca è morbido e profondo, con note di pesca legate da una linea amaricante e sensazioni mediterranee. Grande la freschezza, per un vino che chiude pulito regalando un ultimo ricordo di bergamotto e rosmarino.
(Giambattista Marchetto)
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