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La Stampa

La linea sottile che divide il Passito di Pantelleria ... Il vento costante, la roccia nera come la pece, il mare intorno a perdita d’occhio, il faro di Tunisi che brilla di notte a ricordarci che l’Africa è vicina. Tutto questo è Pantelleria. Un’isola modellata non solo dagli agenti atmosferici, ma anche da generazioni di instancabili agricoltori, come dimostrano i muretti a secco tirati su per contenere viti travestite da arbusti, per non soccombere alla forza del vento. Ma l’epica pantesca, cantata in passato da poeti e scrittori, è oggi in grave pericolo.
In questi giorni il Consorzio di Tutela della denominazione locale ha deciso di rivedere il disciplinare di produzione dei famosi Passiti: una revisione che potrebbe infliggere un colpo mortale alla fragile viticoltura isolana. Dal 1992 la quantità di uva prodotta si è dimezzata, nonostante la fama mondiale raggiunta dal Passito di Pantelleria. Come è potuto accadere? Semplice: grazie al costante cambio delle regole.
In pratica si alzano le rese per ettaro e si vuole dare la possibilità di realizzare 700 grammi di vino con un solo chilo di uva. L’anello debole, manco a dirlo, è il contadino. Il suo lavoro, infatti, risulta svilito e sottostimato, tanto esiste la scappatoia del Passito Liquoroso. Un escamotage creato per fuorviare il consumatore poco attento o scarsamente informato: gli industriali del vino, con l’obiettivo di tenere basso il prezzo della materia prima e del prodotto finito, acquistano uve con basso grado zuccherino a prezzi irrisori - 80 centesimi al chilo - che non assicurano un risultato finale accettabile.
Aggiungono, allora, alcol per realizzare un vino inavvicinabile allo straordinario Passito Naturale, prodotto da aziende che hanno fatto la fortuna della denominazione stessa. Una semplice distinzione linguistica, quella tra Naturale e Liquoroso, determina una differenza enorme per il destino agricolo di un’isola intera. Il contadino, che non viene premiato per gli sforzi compiuti, tende ad abbandonare la professione, con la conseguenza ulteriore dell’erosione del suolo e della rovina dei muretti, uno dei più affascinanti esempi di ingegneria del territorio presenti in Italia. Come coproduttori, abbiamo un’unica arma: leggere con attenzione le etichette e scegliere il Passito Naturale di Pantelleria, che nella categoria dei dolci è uno dei vini più interessanti a livello planetario.

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