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Italia Oggi

Quel vin di grotta del tempo che fù ... Il Grottino di Roccanova ora è doc. Ma esiste dal IV secolo a.C.. Dopo aver incassato dieci anni fa l’Indicazione geografica ora arriva la Denominazione d’origine... e buone nuove in questo mese di maggio ci vengono dal Comitato nazionale
e dal ministero delle politiche agricole, ovvero il neoriconoscimento della denominazione di origine (Doc) a un piccolo e storico areale vitato della Basilicata: il Grottino di Roccanova. Grottino, per il riferimento alle numerose grotte e cavità presenti nel centro del borgo, e Roccanova, dai più conosciuto come il “paese del vino”, così come segnalato al suo ingresso. Un vino, quello di Roccanova e dintorni, che da oltre un decennio si fregiava del riconoscimento della Indicazione geografica e che ora giunge alla formale attestazione di vino di qualità garantito all’origine. La storia di questo vino è intimamente connessa alla comunità di Roccanova che ha da sempre nelle sue radici culturali ed agricole un raccordo molto stretto con la vite e il vino. Un impulso alla sua valorizzazione viene dagli antichi e storici locali (più di duecento) presenti in tutto il centro abitato di Roccanova e in altri borghi presenti nell’areale di produzione. Scavi archeologici hanno evidenziato la presenza di tombe datate dal VI al IV secolo a.C., con molti ritrovamenti e contenitori connessi al consumo e alla conservazione del vino. Pertanto le grotte di Roccanova, all’interno di colli e terreni ricchi di arenarie, hanno permesso ai molti abitanti di tramandare l’arte del vino di generazione in generazione. Tali ambienti, per le particolari condizioni di umidità e di temperatura, assicurano un giusto clima al vino, permettendone una lunga conservazione e lasciando inalterate nel tempo la fragranza e gli aromi delle uve. Le più antiche grotte-cantine sono riconducibili anche al 1700 e si presentano in uno stato di buona conservazione ed utilizzate appieno affiancandole anche ad altre ben più recenti. Un censimento dei primi dell’800 attestava ben 104 grotte ma ad oggi, stante la necessità di conservare al meglio il vino, che sta riscuotendo sempre più successo negli anni, molti di questi locali sono aumentati e sono stati adeguati alle normative igienico sanitarie.

Il Grottino di Roccanova nelle tre tipologie rosso, rosato e bianco. Il rosso ha come base viticola i vitigni Sangiovese, Cabernet, Malvasia Nera di Basilicata, mentre per il bianco i vitigni protagonisti risultano la Malvasia bianca di Basilicata e altri vitigni raccomandati e autorizzati. L’areale di produzione è limitato ai comuni di Roccanova, Castronuovo di Sant’Andrea e di Sant’Arcangelo, tutti comuni della provincia di Potenza. Nell’ambito della tipologia rosso c’è da segnalare la qualificazione riserva. Indicazione quest’ultima cui molti viticoltori credono e hanno “spinto”, stante la vocazione di queste terre a produrre vini da lungo invecchiamento. La produzione ad ettaro non può superare la quantità massima di undici tonnellate, mentre è ormai consolidato come il rosso sia la tipologia che ha riscosso nel posto il maggior apprezzamento, per una serie di considerazioni climatiche connesse alla buona conservabilità. Il Grottino rosso si presenta di un color rosso rubino che tende al granato in relazione ai mesi d’invecchiamento in botti e di affinamento in bottiglia. Il Rosso dovrà avere una gradazione di almeno 13°, la riserva 13,5° e il bianco di
11,5°. Si sono raggiunti tali lusinghieri apprezzamenti oltre che per le condizioni ambientali anche per i terreni che (in base a una ricerca dell’Istituto Sperimentale per la Viticoltura di Arazzo) sono costituti da conglomerati, sabbie a argille con carte tematiche e zonizzazione sulla vocazionalità dei suoli che hanno permesso di evidenziare la predisposizione di alcune aree rispetto ad altre. Uno studio di utilità quantomeno essenziale ai fini dell’ottenimento della doc Che sia un metodo anche per altre richieste? Non possiamo che auspicarlo.
Sulla rotta di greci e lucani ... Cosa vedere... Roccanova è la testimonianza di uno di quei borghi in cui è ancora vivo il passaggio dei Greci e dei Lucani. Denominato anche “paese del vino” per la sua storica presenza viticola e per essere appartenente all’Associazione Città del Vino evidenzia un centro storico ricco di vicoli, stradine e balconi fioriti. Seguendo un percorso storico religioso è suggerita la visita della chiesa di San Nicola e di San Rocco con gli ampi portali e le molte rappresentazioni lignee
di valore artistico il cui artigianato è espressione del lavoro locale. Fra i palazzi storici citiamo il Palazzo Fortunato in Corso Dante espressione dell’artigianato locale. Vi sono alcune aree di grande rilievo archeologico come la tomba del pittore di Roccanova del V-IV secolo a.C. in cui sono stati scoperti notevoli reperti. Tra gli itinerari naturalistici il bosco di Caliuvo che si estende per circa 600 ettari con antiche sorgenti e antichi filari di viti e di frutteti. Dal Cozzo della Guardiola è possibile ammirare tutto il panorama mozzafiato..

Dove acquistare... II Grottino di Roccanova (paese del vino) dopo aver ottenuto il riconoscimento dell’Igt nel 2000 solo recentemente ha raggiunto il traguardo della Doc (Denominazione di origine controllata). Le aziende agricole (prevalentemente a carattere familiare impegnate nella produzione di Igt e potenzialmente pronte per la Doc) sono circa 250. La produzione di uva è di circa 17.000 qt con una produzione potenziale di vino di 8.000 hl. In concreto da questa base produttiva sono 25 i produttori impegnati e tre cantine presenti nei tre comuni dell’areale produttivo. Tra le aziende segnaliamo: Az. Cervino Donata via Vittorio Emanuele 36/a Roccanova (Pz) tel. 0973 833243, Az. Torre Rosano Contrada Grotte di Potenza Roccanova (Pz) tel. 0973 333427513.

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