02-Planeta_manchette_175x100
Allegrini 2024

La Stampa / Speciale Vinitaly

Riscossa rossa ... Produrre meno, produrre meglio: ecco lo slogan che rilancia il vino icona del nord-ovest... La denominazione qualita doc garantita non basta: servono anche maggior controllo dei prezzi e più rigore nella selezione delle uve... Di non riuscire più a parlare alle piazze, non è affar solo di politica. Quando capita in cantina, anche il vino buono non si vende. Madama Barbera d’Asti recita il mea culpa e vuol tornare a esser la regina delle tavole. Produrre meno e meglio per riconquistare la fiducia dei bevitor nostrani: questa l’ambizione di un comparto frammentato, che conta tante piccole realtà nel Sud Piemonte. Su 565 aziende imbottigliatrici, la metà non raggiunge le 5 mila bottiglie annue. Solo tre (0,5%) superano il milione. Si fatica a dialogare e correre insieme sui mercati. Dal 2008, c’è la docg, ma non basta. La rossa è ancora 20 milioni di bottiglie, ma negli anni ha perso appeal sui consumatori. S’imbottiglia e si vende meno. Si sviliscono i prezzi delle uve al limite della sopravvivenza e in cantina aumentano le giacenze: secondo gli ultimi dati, la zavorra è di 280 mila ettolitri. Essendo un vino da invecchiamento, a preoccupare sono soprattutto quei centomila doc delle annate 2004-2007. Occorre smaltirli per far partire bene la nuova docg. Il come divide il tavolo di filiera, orchestrato dalla Camera di commercio di Asti: c’è chi ancora vorrebbe tentare la via della riclassificazione in una doc di ricaduta; altri, forse i più, chiedono la distillazione di crisi. Han dato mandato al deputato astigiano Sebastiano Fogliato di sondare umori e disponibilità a finanziare del ministero. In attesa di una risposta, si muovono le istituzioni. Al Vinitaly, per la prima volta, Camera di commercio, Provincia e Consorzio di tutela abiteranno sotto lo stesso tetto: un unico stand (Padiglione 9, area Unioncamere), 200 etichette da assaggiare, lo slogan “Doc da sempre. Da oggi anche garantita”. È preso in prestito dalla campagna pubblicitaria appena lanciata dal Consorzio: “Niente spot in tv, si va tra la gente: parliamo dai bus, dal metrò, dai quotidiani e dai cartelloni in centro città” dice il presidente Enzo Gerbi, enologo. Il messaggio è chiaro: “La Barbera ha carattere e personalità: la riconosceresti tra mille. È l’identità di un territorio. Siamo noi”. L’immagine semplice: un calice con un’impronta digitale. Un budget di 400 mila euro e l’obiettivo di risvegliare l’interesse nei mercati italiani del Nord Ovest, i più affezionati al consumo della rossa (si vendono circa 8 milioni di bottiglie). Ma per riconquistare la quotidianità sulle tavole, ci vuol rigore con più selezione delle uve in vigneto e prezzi delle bottiglie dignitosi. C’è l’esempio positivo dei produttori del Nizza, una super Barbera che nasce in diciotto comuni attomo a Nizza Monferrato: per regola, non esce di cantina a meno di 10 euro. Dalla qualità non si sfugge, nemmeno quando ci sarà la doc Piemonte: dovrebbe arrivare già con la vendemmia 2010 e interessa 47 mila ettari di vigne (seimila a Barbera d’Asti). “L’aumento della resa, da 110 a 130 quintali a ettaro, non deve far pensare a un bere svilito” sostengono i più. Anche se c’è chi teme che con più produzione, si ricada nell’invenduto.

Copyright © 2000/2024


Contatti: info@winenews.it
Seguici anche su Twitter: @WineNewsIt
Seguici anche su Facebook: @winenewsit


Questo articolo è tratto dall'archivio di WineNews - Tutti i diritti riservati - Copyright © 2000/2024