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IL PERSONAGGIO: EZIO RIVELLA AL VERTICE DELL’OFFICE INTERNATIONALE DE LA VIGNE ET DU VIN

Castello Banfi
Ezio Rivella : Foto Di Pietro

Ezio Rivella, uno dei personaggi più autorevoli dell’enologia italiana e internazionale ed amministratore delegato della Castello Banfi di Montalcino, è vice presidente dell’Office Internationale de la Vigne et du Vin (OIV). L’Office Internationale de la Vigne et du Vin - presieduto dal professore portoghese Bianchi De Aguiar - è il massimo organismo intergovernamentale (aderiscono 43 Paesi di tutto il mondo) e si occupa, sotto il profilo tecnico, scientifico, economico e sanitario, di tutte le problematiche legate alla produzione vitivinicola. Fondato nel 1924 come risposta europea all’introduzione dello scellerato proibizionismo americano (gli USA hanno, infatti, aderito a pieno titolo soltanto 15 anni fa), l’Office Internationale de la Vigne et du Vin ha sempre rappresentato un sicuro riferimento ed una guida per i Paesi vitivinicoli. All’elezione di Ezio Rivella hanno indubbiamente contribuito la sua solida reputazione internazionale e l’ottimo lavoro svolto come presidente del gruppo di esperti dell’OIV sugli “aspetti sociali del consumo del vino” culminato con l’approvazione della risoluzione che “invita i Governi a dedicare attenzione all’educazione alimentare dei giovani, soprattutto in materia di vino e di alcolici, in modo da educare all’uso corretto e non all’abuso. Il vino come cultura, quindi, come espressione del territorio e della nostra civiltà ultramillenaria”. La competenza e l’esperienza del nuovo vice presidente Ezio Rivella, oltre ad essere utile all’organizzazione, contribuirà certamente a ricondurre l’Office Internationale de la Vigne et du Vin ad una maggiore attenzione agli aspetti benefici del consumo moderato del vino, cosa sulla quale l’organizzazione internazionale si era già attivata, stimolando e valorizzando la ricerca medica. Ezio Rivella non è nuovo a nomine di grande rilevanza a livello nazionale ed internazionale: è stato, infatti, per 12 anni, il presidente dell’Associazione Enologi Italiani e, per 9 anni, il presidente dell’Associazione Mondiale degli Enologi, oltre che membro dell’Accademia Italiana della Vite e del Vino e dell’Accademie International du Vin. Un ruolo importante Ezio Rivella lo ha svolto anche come presidente del Comitato Nazionale Doc (coordinando quindi una quarantina d’esperti del nostro Paese), che, con la sua guida, è riuscito a far capire che le doc (che in Italia sono circa 300, oltre a 150 indicazioni geografiche) “non sono bollini di garanzia di qualità, ma uno strumento dato all’imprenditore che deve però essere capace di usarlo. Scrivere doc su un vino non basta: la doc non è un punto d’arrivo, ma di partenza. La vera garanzia della qualità viene, infatti, costruita dal produttore e riconosciuta dal consumatore. In altre parole, la doc è la possibilità che viene data ad una determinata area di produzione di un certo vino, di crescere, ma questa crescita deve essere frutto delle imprese”. Il Comitato Nazionale Doc, con la presidenza Rivella, dal ’93 al ’98, ha dato esecuzione alla Legge 164 (che era rimasta bloccata per anni), ha rivisto oltre 150 disciplinari tra docg e doc (rendendoli più aderenti alla legge e più trasparenti), ha concesso 70 nuove doc, ha creato la strumento dell’Igt ed ha quindi raggiunto l’importante obiettivo di elevare la quota dei vini doc sulla produzione nazionale, che è passata dal 10% al 25% (ponendo anche le premesse per portare questa percentuale al 35/40%). Ma il personaggio Ezio Rivella (che è anche autore di numerosi studi e pubblicazioni di tecnica enologica e articoli divulgativi) è da sempre legato ad uno dei progetti vitivinicoli più grandi mai realizzati in Italia, quello di Castello Banfi (un’impresa per la quale, nel 1985, è stato nominato cavaliere del lavoro): nel 1977, infatti, i fratelli John e Henry Mariani, proprietari della Banfi Vintners, il più grande distributore di vini italiani negli USA, conferiscono ad Ezio Rivella (già uno dei più qualificati tecnici e ricercatori italiani in campo enologico) l’incarico di dar vita nel nostro Paese ad un’azienda vitivinicola con l’intendimento di creare prodotti che s’inserissero nella fascia alta del mercato del vino. Così, Rivella, nel giro di pochi anni, ha creato la Castello Banfi, della quale è sempre amministratore delegato, realizzando in Montalcino un’impresa vitivinicola unica nel suo genere, con una proprietà di quasi 3.000 ettari, di cui 800 a vigneto, messi a coltura con un’imponente opera di bonifica e recupero dei suoli, una cantina che è un modello di organizzazione tecnologica, un castello medioevale completamente restaurato. L’azienda produce una gamma di vini d’alto pregio, occupa mediamente 240 dipendenti ed ha un fatturato di 80 miliardi.

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