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Querelle produttori e Regione Toscana sul Piano di Indirizzo Territoriale (Pit) 2014: a Montalcino nella zona in cui si trova Banfi è tutto da trasformare in pascoli di pecore, catalogata a rischio inquinamento, banalizzazione del paesaggio ...

È il Pit 2014 che, nella zona di Montalcino, nelle ultime settimane, fa molto parlare di sé. Secondo il Piano di Indirizzo Territoriale, infatti, varato dalla Regione Toscana, alcune zone del territorio di Montalcino, dove oggi crescono le viti di Sangiovese, dovrebbero essere convertite e divenire pascoli verdi per le pecore. In particolare nella scheda di Ambito 17 che riguarda Montalcino, riporta la Montalcinonews, si legge che tutta la zona tra la stazione di Monte Amiata e Pian delle Vigne è catalogata a rischio dilavamento, inquinamento, banalizzazione del paesaggio e riduzione della permeabilità ecologica, per cui per cantine come Banfi è tutto da trasformare in pascoli di pecore.
Destino analogo la parte est del Comune per via della presenza di argilla che abbasserebbe in modo inaccettabile la qualità dell’uva oltre che per il rischio idrogeologico. Stiamo parlando di oltre i due terzi dei 3.600 ettari di Montalcino, non di soli 400. Inoltre è proibita la deruralizzazione dei poderi, per cui non si possono più vendere. Gli agriturismi ed i termalismi sono considerati criticità, per cui di nuovi non se ne farà e i vecchi non potranno avere alcun adeguamento. I campi da golf e le piste da motocross sono vietati. Anche gli oliveti ed i frutteti specializzati sono da rimuovere. E no a nuove cantine e ogni immobile destinato alla vendita del vino. Uno stato catastrofico e che, se messa in atto, potrebbe portare Montalcino e la sua economia in una situazione disastrosa che le associazioni di categoria, ma anche vignaioli e non solo stanno già cercando di contrastare, presentando in Regione le proprie osservazioni. In prima fila, il Consorzio del Brunello che ha inviato anche una lettera ufficiale al Governatore della Regione Toscana Enrico Rossi e all’assessore all’agricoltura Gianni Salvadori.

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