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Il Brunello 2009? “Una band di supporto a un concerto rock”: così il Master of Wine Tim Atkin. Zonazione? Tra i problemi il fatto che Banfi, tra i più potenti attori del territorio, è situata in una sottozona minore ...

Il Brunello 2009? “Una band di supporto a un concerto rock”. Così il Master of Wine Tim Atkin, nel suo “Special Report” definisce il Brunello di Montalcino, dando, nel complesso un buon giudizio alle 4 stelle assegnate all’annata, definendole “giuste” anche se il numero di stelle assegnate è “spesso troppo generoso e concesso troppo presto”. E sull’“argomento più caldo a Montalcino”, la zonazione, Atkin lascia le vesti del critico per quelle di Calcante profetizzando che “la zonazione non avverrà per un’altra generazione” perché a Montalcino “come in Borgogna, l’identità del produttore è più importante della vendemmia o della sotto-zona dove si trovano i suoi vigneti. Per come la vedo io - scrive Atkin - ci sono quattro problemi principali per le sottozone nelle etichette. Il primo è che molti dei migliori produttori di Montalcino miscelano uve provenienti da diverse zone. Il secondo problema è che i produttori di aree limitrofe possono fare stili di vino molto diversi, anche se si trovano nella stessa sottozona . La terza è che la semplice suddivisione nord - sud, freddo - caldo , non è sempre appropriata. Un quarto ostacolo alla zonazione è dato dal fatto che - aggiunge Atkin - tre dei più grandi e più potenti attori del territorio (Banfi con 170 ettari di vigneti a Brunello, Frescobaldi a Castelgiocondo con 148 ettari, e Antinori a Pian delle Vigne con 30 ettari) sono tutti situati in quelle che, generalmente sono considerate sottozone minori, nel sud della denominazione. Così, per il momento, ci sono un sacco di vini da singoli vigneti “Cru” come Montosoli, ad esempio, ma non sottozone ufficiali”.
Secondo Atkin “ci sono voci che il Consorzio stia valutando lo studio dei diversi terroir della Docg, ma non trattenete il respiro - aggiunge ironico Atkin - la mia previsione è che la zonazione non avverrà per un’altra generazione. I migliori nomi tendono ad emergere nelle degustazioni, di anno in anno e le decisioni in vigna e in cantina possono avere un impatto drammatico sullo stile del vino. Cose come le date di raccolta, i rendimenti, le temperature di fermentazione, i tempi di macerazione, i metodi di estrazione e la tipologia, l’origine e l’età del legno: sono tutti parte di questo elemento umano. Ecco il motivo per cui ha più senso trovare un produttore i cui vini ci piacciono, piuttosto che preoccuparsi troppo di sub-zone”. Insomma Atkin a differenza di altri suoi colleghi non è tranchant nei suoi giudizi e spiega che “la linea di demarcazione tra Brunello “moderno” e “tradizionale” è meno netta di quanto alcuni commentatori sostengono. I tradizionalisti a volte fanno cose moderne, proprio come i modernisti a volte favoriscono tecniche tradizionali”. E tornando sul tema del numero di stelle che viene dato ad ogni annata dal Consorzio Atkin si chiede “perché non aspettare fino a quando i vini saranno in legno e in bottiglia, per i legali quattro e più anni, prima di pronunciarsi sulla qualità della vendemmia? Dopo tutto, che fretta c’è?”.
Info: www.timatkin.com

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