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IN MOSTRA AL CASTELLO BANFI ANTICHI MANUFATTI IN VETRO

Dagli antichi Egizi ai Fenici, dagli Assiro-Babilonesi all’Impero Romano, dall’arte veneziana ai nostri giorni. E’ affascinante ripercorrere il lungo cammino che dal vetro antico porta alla moderna bottiglia e lo si può fare al Museo allestito nel duecentesco Castello di Poggio alle Mura a Montalcino. Qui la Castello Banfi si è impegnata nella messa a punto di un Museo storico del Vetro e della Bottiglia, grazie ad una serie di fortunate coincidenze quali la disponibilità della bellissima e ampia collezione di vetri romani curata da Pino Bianco, con la collaborazione di Claudia Maccabruni, e il valido contributo dell'ingegner Giuseppe Clinanti, certamente uno dei massimi esperti in materia per le epoche successive a quella archeologica.



L’antichità è presente nelle vetrine del Museo, con vetri modellati alla stregua del bronzo e dell'oro: anfore, vasetti, balsamari, progenitori della moderna bottiglia. Ma l’oggetto utilitaristico, legato principalmente alla tavola ed al vino, appartiene al periodo romano, dopo che nel I secolo a.C. qualcuno ebbe l’idea, fra Tiro e Sidone, di prelevare un “bolo” di vetro incandescente con una canna forata e, tramite questa, soffiarci dentro.



Fu una rivoluzione che ben presto arrivò a Roma, allora in procinto di divenire Caput Mundi, producendo innumerevoli oggetti. Alcuni sono qui in mostra al Museo di Montalcino, che costituisce una delle più ricche collezioni di vetri romani: dalle ampolle ai piatti, dalle coppe alle brocche di varie fogge e stili. Poi le tenebre del Medioevo e la “resurrezione”, grazie agli importatori veneziani, d’oggetti dall’Oriente e dall’Islam, verso il secolo X.



Ma bisognerà arrivare al Rinascimento per veder rifiorire l’arte del vetro, da Venezia verso le altre regioni del mondo occidentale. Poi arriviamo alla bottiglia, agli inizi del XVII secolo, scoperta quasi per caso. Giacomo I re d’Inghilterra, a seguito del diradarsi dei boschi, impose altri combustibili, diversi dal legno. Ecco allora il carbon fossile che, permettendo di raggiungere temperature di fusione prima impensabili, consentì di dare solidità al vetro.


Nasce così la bottiglia moderna, trasportabile e sigillabile, ed i primi ad approfittarne furono i francesi, che la realizzarono per un nuovo prodotto: lo Champagne! Di lì a poco comparvero le prime bottiglie bordolesi, le prime borgognotte, quindi le renane (in Germania) e alcune misure anche in Italia, dove, del resto, già da parecchio, esisteva la bottiglia impagliata (fiasco), realizzata per resistere agli urti durante i trasporti. Inizialmente le bottiglie avevano forma piuttosto tozza, poi man mano vennero perfezionandosi e allungandosi.


Questa evoluzione è ben evidente nelle vetrine che compongono il corpo del Museo che, nella sua parte terminale, è anche arricchito da una serie di opere che riguardano il matrimonio fra artisti come Picasso, Cocteau e Dalì e conosciutissimi “maestri vetrai”, che realizzarono meticolosamente gli originali disegni degli artisti.



Gli attrezzi dell’arte del vetro ed una buona raccolta bibliografica completano questo originale Museo, che moderni mecenati (i fratelli John e Henry Mariani, proprietari di Castello Banfi), produttori di grandi vini, hanno voluto realizzare a testimonianza dell'intima unione tra vino e bottiglia come ringraziamento alla “madre” del vino.

...NEL MUSEO ANCHE LE COPPE DEL MONDO DI ALBERTO TOMBA E DEBORAH COMPAGNONI

Il Brunello di Montalcino e il cristallo di Colle Val d’Elsa consolidano sempre di più i vincoli d’amicizia e di collaborazione: infatti, dopo la presentazione della linea di bicchieri di cristallo ad hoc per tutti vini di Montalcino (già presente nelle teche del Museo), di recente, la Calp di Colle Val d’Elsa (170 miliardi di fatturato), la più importante azienda di cristallo in Italia, ha fatto omaggio alla Fondazione Castello Banfi di Montalcino, delle copie delle Coppe del Mondo vinte dai due campioni italiani dello sci, Alberto Tomba e Deborah Compagnoni.


Le foto (realizzate da Mario Appiani) sono contenute nella pubblicazione della Fondazione Banfi "Il Fuoco, il Vetro, il Vino: dal vetro antico alla bottiglia moderna".

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