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ECCO LE STIME DEGLI ASSOENOLOGI SULLA VENDEMMIA 2010 (REGIONE PER REGIONE). PRODUZIONE 45,5 MILIONI DI ETTOLITRI, BUONA QUALITA’ … FOCUS: COLDIRETTI STIMA UN EXPORT 2010 DA 3,5 MILIARDI

Arrivano puntuali come ogni anno le prime previsioni vendemmiali dell’Assoenologi, che possono essere scaricate, integrali, anche da www.assoenologi.it (quelle definitive, ben più importanti, arrivano come di consueto a fine ottobre, quando tutte le uve d’Italia sono in cantina, ndr). L’organizzazione di categoria dei tecnici del settore vitivinicolo spiega del resto che “il verdetto finale dipenderà dal clima di settembre. Se le giornate saranno ricche di sole, scarse di pioggia e con buone escursioni termiche notturne, ci sono ancora tutte le premesse per ottenere un grande millesimo …”.

Ecco, in sintesi, comunque, il commento di Assoenologi …
La vite è più forte del clima impazzito. Nonostante i cambiamenti climatici che hanno caratterizzato le ultime annate, la vite manifesta la sua capacità di adattamento, riuscendo a superare i momenti di criticità che hanno invece compromesso l’esito di altre culture. Prova ne è l’andamento di questa vendemmia che, seppure abbia alle spalle un annata caratterizzata da sbalzi di temperatura e livelli di piovosità elevati, si sta orientando verso un risultato che, se il mese di settembre decorrerà nel migliore dei modi, non esclude la possibilità di firmare un grande millesimo. Nonostante i risultati produttivi, il mercato interno fa registrare una riduzione di circa il 70% rispetto agli anni Settanta. Fortunatamente nei primi 5 mesi 2010, le nostre esportazioni sono tornate a volare”.
La quantità. Nel 2010 si produrranno 45,5 milioni di ettolitri di vino e mosti, praticamente un quantitativo uguale a quello del 2009 (45.422.000), a fronte della media quinquennale (2005/2009) di 46.885.000 di ettolitri e a quella decennale (2000/2009) di 48.263.000 di ettolitri. L’Italia risulta divisa in tre parti. Il Nord manifesta incrementi di produzione abbastanza omogenei che vanno da +5% a +10%. Gli incrementi maggiori sono registrati in Piemonte e in Lombardia. Le regioni centrali (Emilia Romagna e Toscana) e le due grandi Isole hanno un abbattimento che va da -5% a -20%, mentre quelle meridionali un incremento del 5% con punte del 10% in Puglia. Il Veneto (8.585.000 ettolitri) si conferma, per il quarto anno consecutivo, la regione italiana più produttiva. Veneto, Emilia Romagna, Puglia e Sicilia insieme producono 26.650.000 ettolitri, ossia quasi il 60% di tutto il vino italiano”.
La qualità. La qualità è alquanto eterogenea, a macchia di leopardo, nel senso che in una stessa regione il buono si scontra con l’eccellente e l’ottimo con il mediocre. Complessivamente è buona con diverse punte di ottimo, ma poche di eccellente. Una situazione che potrà comunque essere confermata solo a metà ottobre, visto che oggi è stato raccolto meno del 10% del prodotto. Le premesse per firmare un ottimo millesimo, nonostante le bizzarrie del tempo ci sono ancora tutte. Sarà l’andamento climatico del mese di settembre a decidere il livello qualitativo della produzione. Infatti se le prossime settimane decorreranno nel modo più opportuno, ossia con giornate ricche di sole, scarse di pioggia e con buone escursioni termiche notturne, le possibilità per ottenere vini bianchi profumati, ricchi di finezza e freschezza e vini rossi ben strutturati, tipici ed equilibrati, ci sono ancora tutte”.
Le previsioni di mercato. Le vendite all’estero nel 2009, sul 2008, hanno fatto registrare un incremento del 6,2% nella quantità, ma un decremento del 6,1% negli introiti. Un segnale contrastante che ha messo in luce la forte tensione che caratterizza i mercati internazionali, dove la diminuzione dei prezzi all’ingrosso è stata evidente, tanto da far ritornare il prezzo medio al litro indietro di sei anni con un decremento, rispetto all’anno precedente, di ben l’11,6%. I primi 5 mesi (gennaio/maggio) 2010 fanno registrare un incremento delle nostre vendite all’estero del 5% in volume e del 7,8% in valore sullo stesso periodo dello scorso, il che significa che i vini italiani, sia pure con cauto ottimismo, stanno tornando a volare. Nonostante ciò in questi giorni il mercato delle uve all'ingrosso è stanco e in molte zone praticamente inesistente, così come quello all’ingrosso dei vini. I primi contatti mirano a mantenere i bassi prezzi del 2009 che erano scivolati di oltre il 30% sul 2008”.

Focus - I dati Assoenologi, regione per regione
La vendemmia 2010 si presenta, dal punto di vista della distribuzione geografica, abbastanza variegata: in rialzo al Nord e al Sud Italia, con punte del +10% in Piemonte, Lombardia e Puglia, e una produzione in alcune Regioni centrali e nelle Isole principali in sostanziale calo. Ecco una tabella, che riassume le stime di Assoenologi, sulla produzione vitivinicola 2010 (in ettolitri di vino e mosti)
Regione per Regione (Regione, Stima, produzione media 2010, Variazione % su 2009)
Piemonte 3.140.000 +10%
Lombardia 1.405.000 +10%
Trentino Alto Adige 1.254.000 =
Veneto 8.585.000 +5%
Friuli Venezia Giulia 790.000 +5%
Emilia Romagna 6.610.000 -5%
Toscana 2.495.000 -10%
Marche 825.000 +5%
Lazio 1.605.000 +5%
Abruzzo 2.790.000 +5%
Campania 1.925.000 +%
Puglia 6.515.000 +10%
Sicilia 4.940.000 -20%
Sardegna 468.000 -15%
Altre** 2.153.000 +10%
Totale 45.500.000 =
** Valle d’Aosta, Liguria, Umbria, Basilicata, Calabria

Focus - Coldiretti stima un export 2010 da 3,5 miliardi
Crescita record per il vino made in Italy nel mondo, con un aumento delle esportazioni in valore del 7,8% dovuta ad una crescita sia sui mercati dell'Unione Europea (1,4%) ma soprattutto su quello statunitense (+12,5%), dove l'Italia ha conquistato il primato rispetto a Francia e Australia. Emerge da un’analisi della Coldiretti, sulla base dei dati Istat sul commercio estero relativi ai primi 5 mesi 2010.
Un trend positivo per il vino italiano che dimostra la presenza di nuove e rilevanti opportunità di crescita che - stima la Coldiretti - potrebbe far sfiorare a fine anno i 3,5 miliardi di euro il valore del fatturato realizzato sui mercati esteri.
Il vino è la principale voce dell’export agroalimentare nazionale, con oltre la metà del fatturato estero che viene realizzato sul mercato comunitario dove la Germania (+1,8% nell'export) è il principale consumatore di vino italiano. Il primo mercato extracomunitario di sbocco, con un quarto del valore totale delle esportazioni, è rappresentato, invece, dagli Stati Uniti.

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