Castello Banfi, da sempre impegnata su una produzione vitivinicola “eco-firendly”, a partire dalla certificazione ambientale Iso 14001 (sistema ambientale), ottenuta nel 2001, e da quella secondo lo standard internazionale SA 8000 per il miglioramento delle condizioni di lavoro e il rispetto della salute e della sicurezza dei lavoratori, arrivata nel 2006, continua l’implementazione del proprio sistema ecocompatibile con il progetto “Biobed”, uno strumento per la biodepurazione dei fitofarmaci in eccesso e/o presenti nelle acque reflue derivanti dal lavaggio della strumentazione agricola e dei contenitori fitosanitari. Il lavaggio esterno delle attrezzature che hanno distribuito i prodotti agrochimici determina, infatti, un elevato rischio di dispersione nel suolo e nelle acque superficiali di residui di olio e fitofarmaci, con conseguenze inaccettabili per le aziende agrarie più attente agli aspetti della responsabilità sociale e della protezione ambientale.
La metodologia del “Biobed” è molto praticata nell’Europa del Nord ( in Svezia sono già attivi 1.500 impianti di questo genere) e in Italia, attualmente, è adottata in via sperimentale. Si tratta di sistemi relativamente recenti, le prime realizzazioni sono degli anni ‘90, ed il loro funzionamento è abbastanza semplice: riprodurre quello che avviene in campo in vasche riempite con una miscela di paglia e di terra di coltivazione contenente la microflora benefica, la cui attività microbica viene controllata e potenziata in modo totalmente naturale. Durante i trattamenti, infatti, i fitofarmaci che percolano a terra vengono degradati da una microflora naturalmente presente nel terreno che viene poi selezionata e potenziata nel corso degli anni.
Entro il 14 dicembre 2011, l’Italia si troverà a recepire l’importante Direttiva europea 2009/128, che richiede di porre in atto tutte le misure per una corretta gestione dell’impiego agricolo degli agro farmaci e, soprattutto, per evitare qualsiasi rischio d’inquinamento puntiforme dell’ambiente. Un capitolo specifico riguarda il lavaggio esterno delle attrezzature impiegate per la distribuzione degli agro farmaci, che deve aver luogo nell’ottica di evitare qualsiasi dispersione delle acque reflue, contaminate. Con largo anticipo, rispetto all’emanazione di questa Direttiva e di quella che ne sarà l’applicazione nazionale, Castello Banfi, già dal 2008, ha avviato la sperimentazione di un sistema “Biobed” per la detossificazione e biodegradazione dei residui di agro farmaci presenti nelle acque di lavaggio esterno delle macchine agricole. Il progetto, nato in collaborazione con il Dipartimento di Agronomia e Gestione dell’Agroecosistema dell’Università di Pisa, azzera la dispersione accidentale, nell’ambiente, di sostanze oleose (recuperate e smaltite a norma di legge) e residui di agro farmaci. Le acque di lavaggio, infatti, passando attraverso il letto biologico (essenzialmente uno spesso “materasso” di materiali vegetali diversi), vengono detossificate e completamente liberate dai contaminanti.
Il 26 novembre, a Castello Banfi, l’azienda leader di Montalcino, presenterà i risultati della sperimentazione, che pone ancora una volta l’azienda all’avanguardia del rispetto dell’ambiente e della responsabilità sociale, sia in campo agricolo che enologico: alla tavola rotonda interverranno Federico Vecchioni, presidente Confagricoltura, Enrico Viglierchio, amministratore delegato Castello Banfi, Marco Lupo (Ministero dell’Ambiente), Sergio Miele e Diletta Piccotino, responsabili del progetto per il Dipartimento di Agronomia e Gestione dell’Agroecosistema dell’Università di Pisa, Maurizio Marmugi, responsabile agronomico di Castello Banfi.
Copyright © 2000/2024
Contatti: info@winenews.it
Seguici anche su Twitter: @WineNewsIt
Seguici anche su Facebook: @winenewsit
Questo articolo è tratto dall'archivio di WineNews - Tutti i diritti riservati - Copyright © 2000/2024