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NATALE 2010: PIÙ FOOD & WINE SOTTO L’ALBERO. UNA SPINTA AI CONSUMI E SOSTEGNO ALL’AGRICOLTURA. A TAVOLA UNA SPESA DI OLTRE 3,5 MILIARDI DI EURO. PER LE TAVOLE DI NATALE OGNI FAMIGLIA, SECONDO UNA PRIMA STIMA DEGLI AGRICOLTORI CIA, SPENDERÀ 225 EURO

Italia
UN cesto di ... Natale

A Natale i regali più gettonati dagli italiani saranno quelli alimentari. È una notizia interessante che lascia ben sperare nella ripresa dei consumi, che significa un sostegno anche all’agricoltura che sta vivendo uno dei momenti più difficili degli ultimi trent’anni, con un calo dei prezzi sui campi, una crescita dei costi produttivi, contribuitivi e burocratici e una diminuzione dei redditi. Lo afferma la Cia-Confederazione Italiana Agricoltori, sulla base dell’indagine promossa dalla Confcommercio, per la quale oltre il 90% dei consumatori farà almeno un regalo per le prossime feste, nella maggioranza dei casi in ambito familiare, e punterà soprattutto su oggetti utili come, appunto, gli alimentari.

D’altra parte, per imbandire le tavole di Natale ogni famiglia italiana, secondo una prima stima della Cia, spenderà, in media, 225 euro. Intorno all’1% in più, in termini valutari, sul 2009 e lo 0,3% in più, in termini quantitativi. Per un totale che supererà i 3,5 miliardi di euro.

Nonostante la difficile crisi economica, quindi, non ci sarà crollo. Anzi, il trend non dovrebbe discostarsi di molto da quello registrato nel 2009.

A tavola, sia per il cenone della vigilia che per il pranzo di Natale, vincerà ancora una volta la tradizione e le preferenze - spiega la Cia-Confederazione Italiana Agricoltori - andranno anche quest’anno ai prodotti “made in Italy”, ovviamente con grande oculatezza nella spesa. Sono previsioni che confermano i risultati dell’indagine della Confcommercio.

In questo modo, viene premiata la qualità e la tipicità dell’agroalimentare che nasce da un’agricoltura sempre più diversificata e legata al territorio. Ma i dati della Confcommercio lasciano ben sperare: se a Natale ci sarà questa svolta nei consumi, è probabile che si possa aprire una fase nuova, di cui potrà beneficiare anche l’agricoltura.

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