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MAURIZIO ZANELLA, UNO DEI PRODUTTORI STORICI DELLE NOSTRE BOLLICINE, SCRIVE A WINENEWS: “LO SPUMANTE ITALIANO BATTE LO CHAMPAGNE? UNA PALESE INESATTEZZA ...”. CHE AGGIUNGE: “UN CONSUMATORE CONSAPEVOLE E CORRETTAMENTE INFORMATO È INTERESSE DI TUTTI”

Italia
Maurizio Zanella

Raccogliamo, e volentieri pubblichiamo, lo sfogo di Maurizio Zanella, patron di Ca’ del Bosco, una delle aziende più importanti della Franciacorta, ed attuale presidente del Consorzio di questo terroir lombardo:

“In dicembre, e in gennaio, ho letto, con crescente stupore, l’enorme quantità di notizie riprese da numerosi media, derivate da informazioni diffuse da vari enti/associazioni contenenti dati di vendita delle bollicine Made in Italy nel mondo, i consumi previsti durante le festività e soprattutto la notizia che lo spumante italiano avrebbe superato lo Champagne per quanto concerne i volumi di vendita.
Mi preme segnalare che, in particolare, quest’ultima affermazione non solo non abbia alcun senso ma concorra anche a diffondere una profonda disinformazione nei confronti dell’opinione pubblica.
Mentre per l’Italia, infatti, si tengono in considerazione tutti i vini spumanti prodotti con metodo e con qualità e prezzo molto diversi fra loro, per lo Champagne si tiene in considerazione solamente una denominazione prodotta in Francia. Ma lo Champagne non è l’unico vino di questo genere prodotto oltralpe (penso, per esempio, al Cremant d’Alsace), quindi sostenere che lo spumante abbia battuto lo Champagne è una palese inesattezza.
Qualcuno, correttamente, include tutta la produzione francese di bollicine che in effetti è inferiore a quella italiana. Ma il fatturato della produzione italiana non arriva nemmeno alla metà di quello francese; ne viene che è una magra consolazione produrre di più per fatturare la metà!
Comprendo che questi dati sono ripresi confidando nell’autorevolezza delle fonti e nella correttezza delle loro analisi, con l’obiettivo condiviso di promuovere il prodotto italiano, mentre invece l’effetto che si è probabilmente ottenuto è stato quello di parlare della denominazione dei nostri cugini d’oltralpe.
Un ulteriore considerazione da farsi è che non è possibile essere a conoscenza dei dati di vendita prima ancora che sia trascorso il mese di dicembre, oltre al fatto che sono solo le denominazioni a origine controllata e garantita (Docg) ad avere un monitoraggio certo. Infatti, queste denominazioni rappresentano solo una parte minoritaria del grande calderone chiamato “spumante”, sul quale avevo già espresso la mia opinione spiegando che “lo sbandierato successo dello spumante italiano, analizzando i numeri, è frutto - salvo pochissime eccezioni - di un prodotto assolutamente anonimo che deve le sue performance unicamente a prezzi unitari bassissimi”.
Di fatto, ad oggi, sono tre le denominazioni che hanno saputo promuovere il proprio territorio d’origine smarcandosi dall’identificazione con una categoria merceologica: Asti, Prosecco di Conegliano e Valdobbiadene e Franciacorta, oltre a due importanti aziende private industriali. Sono solo la Franciacorta e queste ultime due grandi aziende a produrre, di fatto, con la stessa metodologia di produzione dello Champagne.
Desidero, quindi, ribadire che il sostantivo “spumante” è morto e non ha più senso utilizzarlo in questi e molti altri frangenti. Sarebbe come paragonare tutti i vini rossi italiani (tanto quelli a denominazione di origine controllata quanto i vini da tavola) con il Bordeaux francese, mentre correttamente per questa tipologia di vino si parla di denominazioni: Barolo, Chianti, Brunello di Montalcino, Amarone della Valpolicella per citarne alcuni. Ognuno con un suo metodo di produzione, suoi vitigni e soprattutto un territorio d’origine specifico che si distingue da tutti gli altri per le sue caratteristiche uniche.
In questo inizio 2011, ritengo sia opportuno tornare a ribadire con forza questi concetti in virtù di una buona e onesta informazione che sia veicolo di cultura, che sappia portare il consumatore a conoscere quali siano le caratteristiche principali della produzione vinicola italiana, elemento fondamentale dell’enogastronomia nazionale sulla cui importanza, anche a livello di prestigio e riconoscimento internazionale, credo sia superfluo soffermarmi.
Un consumatore consapevole e correttamente informato è interesse di tutti.

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