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VINO & PREVISIONI - “IL 2011 SARÀ UNA BUONA ANNATA PER IL VINO”. LA VENDEMMIA CORRE, MA L’ITALIA E’ FERMA; OCCORRE PUNTARE SU EXPORT. LO COMUNICA LA CONFAGRICOLTURA, CON IL “SUO” OSSERVATORIO (700 AZIENDE TRA LE PRESTIGIOSE D’ITALIA)

700 aziende tra le più prestigiose d’Italia, tramite la loro organizzazione Confagricoltura, hanno già emesso la previsione sulla prossima vendemmia: “il 2011 sarà una buona annata per il vino, con punte di ottimo in particolare per i bianchi. La raccolta delle uve sarà in anticipo in molte zone d’Italia e mediamente abbondante”. Ma l’Osservatorio sui vigneti di Confagricoltura continua dicendo che “certamente l’agosto ed i primi di settembre sono fondamentali, soprattutto nelle regioni del Nord, per cui la prudenza è necessaria ma sia le condizioni ambientali sia i segnali colti in vigna consentono di essere ottimisti per il livello qualitativo dei nuovi vini”. “L’alternanza di pioggia e di buone temperature ha - conclude Confagricoltura - molto soddisfatto i vignaioli. Lo stato vegetativo è stato valutato positivamente. Le fitopatie sono state molto contenute ad eccezione di segnalazioni di flavescenza dorata in Piemonte e di oidio e peronospora più diffuse, sul territorio nazionale, a seguito delle piogge primaverili. Purtroppo le grandinate di giugno, in Toscana e Umbria, e, quelle di luglio in Trentino e Friuli hanno influenzato negativamente la resa in alcune aree”.
Dal punto di vista quantitativo Confagricoltura prevede che, nel complesso, la produzione - anche se la situazione potrebbe essere molto differenziata da regione a regione - sia abbondante, ai livelli del 2010 e degli anni precedenti. Sulla crescita dei volumi produttivi aveva fatto clamore, recentemente la notizia del “sorpasso” produttivo dell’Italia sulla Francia. Commneta per Confagricoltura, Piergiovanni Pistoni: “a parte che c’è sempre stata nel corso degli anni un’alternanza di ‘primati’ con i vicini vignaioli francesi, mi sembra che non sia il momento di perdersi a parlare di gare a chi produce di più, quando il problema oggi è vendere. E’ importante produrre molto quando c’è una domanda in crescita, ma non quando il vino rimane in cantina”.
La parola d’ordine allora è vendere. Ed i produttori contattati per l’indagine di Confagricoltura concordano su una cosa: l’Italia non riparte. La crisi c’è ancora, i consumi sono fermi, soprattutto quelli dei vini di fascia medio alta e le difficoltà permangono. Per fortuna dall’estero arrivano segnali positivi, sai dai mercati tradizionali, sia dagli emergenti. “L’export di vino italiano sta dimostrando - spiega il presidente di Confagricoltura, Mario Guidi - di essere la vera risorsa per tutto il settore e per la sua tenuta in tempi difficili come questi. Restano comunque alcuni problemi da risolvere. Ad esempio, l’Italia è il primo esportatore di vino in quantità ma non in valore, dove predomina la Francia. Nonostante i successi del vino Made in Italy, c’è quindi una necessità di internazionalizzazione del settore a cui dobbiamo dare riscontro”.

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