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OCM VINO: ECCO COME L’ITALIA SPENDERÀ I “SUOI” FINANZIAMENTI EUROPEI PER IL 2012 (341 MILIONI DI EURO). AL TOP RISTRUTTURAZIONE DEI VIGNETI (120 MILIONI) E PROMOZIONE NEI PAESI TERZI (82 MILIONI). LE REGIONI PIÙ “FACOLTOSE”? SICILIA, VENETO E PUGLIA

In un clima a dir poco tempestoso per l’economia dell’intera Unione Europea e del mondo, avere a disposizione 341 milioni di euro di finanziamenti europei per il vino italiano, in vista del 2012 che si annuncia particolarmente difficile, può regalare più di un sorriso ai produttori del Belpaese, impegnati soprattutto nella promozione del made in Italy nei Paesi terzi. È arrivato all’esame della Corte dei Conti, avviandosi così alla definitiva approvazione, il Decreto Ministeriale sul “Programma di sostegno al settore vitivinicolo - Ripartizione della dotazione finanziaria relativa all’anno 2012” (n. 7462 del 10 novembre 2011) che rende effettivi i finanziamenti provenienti dall’Ocm vino e, quindi, l’afflusso di risorse per la campagna del prossimo anno.

La ripartizione complessiva per tutte le misure, dunque, è fissata in 341.174 milioni di euro di cofinanziamenti per il vino tricolore, di cui 120.793.183 euro per la ristrutturazione e riconversione dei vigneti, 82.380.817 euro la promozione all’estero, 40 milioni per gli investimenti, 30 milioni di euro per la cosiddetta “vendemmia verde”, 20 milioni di euro per l’assicurazione del raccolto, 20 milioni per la distillazione di sottoprodotti, 18 milioni di euro per l’arricchimento con mosti e 10 per la distillazione di alcol ad uso commestibile.
Le regioni che beneficeranno delle somme più consistenti nel 2012 sono la Sicilia, con 54.663.817 euro, il Veneto, con 31.946.812 euro, e la Puglia con 29.670.144 di euro. Nel computo complessivo del piano di erogazione finanziario della Ue (2009-2013 che vale 5,3 miliardi di euro) l’Italia, con il 27,9% del totale disponibile di finanziamenti (equivalente a 1,5 miliardi di euro), resta al primo posto, seguita da Spagna (27,5%) e Francia (22%). Sempre sul piano generale, l’Italia conferma la promozione all’estero come la misura su cui intende investire la maggior parte delle sue risorse (37%), mentre la Francia ha scelto decisamente di privilegiare gli investimenti diretti sulle aziende (44%).

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