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PAESI BRIC IN TESTA, CON AZIONI DI EDUCAZIONE AL VINO PER CULTURE ANCORA LONTANE DALLA NOSTRA. ECCO SU COSA SI SONO CONCENTRATI I FONDI OCM 2012-2013 PER LA PROMOZIONE DEL VINO ITALIANO. A WINENEWS L’ANALISI DI SILVANA BALLOTTA (BUSINESS STRATEGIES)

Italia
Silvana Ballotta, alla guida di Business Strategies di Firenze, studio specializzato nel supporto delle imprese nell’internazionalizzazione

Una pioggia di euro, come accade da anni, quella arrivata dai fondi dell’Ocm per la promozione del vino italiano nei paesi Terzi, per i progetti sulla quota nazionale per un totale di 30,6 milioni di euro, di cui 8,9 milioni di euro per i progetti per la campagna 2012/2013, oltre ai 19,7 milioni di euro per la seconda annualità dei progetti finanziati dalla campagna 2011/2012, ed ai 2 per la terza annualità di quelli finanziati dalla campagna 2010/2011. Progetti ai quali i privati, ricordiamolo, devono partecipare con una spesa di almeno il 50%. Ma dove si sono orientati gli investimenti, e in che tipologie di azione? Lo abbiamo chiesto a Silvana Ballotta, alla guida di “Business Strategies” di Firenze, studio specializzato nel supporto delle imprese nell’internazionalizzazione.

“Come destinazione, i Paesi Bric (Brasile, Russia, India e Cina, ndr), sono stati presi d’assalto, con la Cina in particolare, che oggi rappresenta un po’ quello che sono stati gli Usa negli anni 70 (e che non a caso tanti studi internazionali indicano come prossimo mercato n. 1 al mondo per il vino, ndr). E gli Usa stessi, insieme al Canada, sono comunque ben presenti come destinazioni dei progetti. In conseguenza della scelta del Paese obiettivo, e quindi soprattutto nei mercati emergenti per il vino le azioni di promozione più gettonate sono quelle di educazione al vino, che consentono a culture lontane dalle nostre di iniziare a capire, o di capire meglio, cosa c’è nel (ed intorno) al bicchiere”.

Azioni di educazione che vanno dalle semplici istruzioni su come leggere le etichette, anche per combattere il fenomeno della contraffazione e dell’enopirateria, ai classici tasting guidati, incontri b2b e iniziative di incoming sui territori. Ma i progetti Ocm ammessi al finanziamento hanno anche premiato quel modo di agire da tanti auspicato, ma spesso disatteso, ovvero di vedere grandi e piccole realtà del vino camminare insieme.

“Nei criteri di priorità, sono state premiate le aggregazioni tra più realtà, e soprattutto quelle che hanno visto grandi cantine lavorare insieme con realtà medie, piccole e piccolissime per fatturato e numero di dipendenti”. Tra i metodi che anno premiato i progetti, poi, anche l’aver richiesto da parte dei soggetti proponenti, finanziamenti inferiori alla quota massima cofinanziabile. Altro dato interessante, che emerge guardando la graduatoria nazionale dei progetti, è la presenza, per la prima volta a valere su questi fondi, e non solo su quelli gestiti direttamente dalla Regioni, di iniziative che legano realtà di Regioni diverse. Una tipologia di progetto, per altro, di più complessa gestione, e le cui regole e procedure sono allo studio per essere migliorate in futuro. Quella di quest’anno, va ricordato, era l’ultima annualità dell’Ocm vino in vigore. La prossima, infatti, sarà inclusa della Pac 2014-2020, nell’Ocm unica. Che, come ricordato da più parti, rischia di non essere approvata in tempo.

“L’unica certezza - spiega Ballotta, come per altro già confermato a WineNews sia dal Ministro delle Politiche Agricole Mario Catania, che dal Presidente della Commissione Agricoltura del Parlamento Europeo Paolo De Castro - è che i fondi per la promozione, che sono uno strumento potente e delicatissimo, e sul quale le regole ed i controlli si stanno facendo, giustamente, sempre più rigorose, ci saranno anche nei prossimi anni”. Ed è un ottima notizia, visti i risultati che, anche grazie a questo, oltre che dal lavoro dei produttori, sono arrivati in questi anni dall’export. In quale contesto normativo e come saranno gestiti, invece, solo il futuro saprà dirlo.

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