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LA FAMIGLIA ANTINORI RINSALDA IL LEGAME CON L’AZIENDA CON UN TRUST (“TRUST PIERO ANTINORI”) CHE DURERÀ FINO AL 2102, I CUI BENEFICIARI SARANNO LE GIOVANI GENERAZIONI DELLA FAMIGLIA, A PARTIRE DALLE FIGLIE DI PIERO ANTINORI, ALBIERA, ALLEGRA E ALESSIA

Italia
Piero Antinori con le figlie Albiera Allegra e Alessia nella nuova cantina

“Allo scopo di rafforzare e rendere solido e duraturo nel tempo il plurisecolare legame fra la famiglia Antinori, iscritta all’Arte fiorentina dei Vinattieri dal 1385 e l’azienda Marchesi Antinori, è stato istituito in Italia un trust denominato “Trust Piero Antinori”, i cui beneficiari saranno esclusivamente le future generazioni della mia famiglia”. Così il Marchese Piero Antinori, Presidente di Marchesi Antinori (www.antinori.it), introduce a WineNews la riorganizzazione della gestione del gruppo, cui sarà garantita così maggiore stabilità azionaria e gestionale, all’insegna di un trust familiare che assicurerà certezza nelle successioni per i prossimi 90 anni. La “Trust Piero Antinori”, che incamererà il 10% degli utili (il restante 90% rimarrà invece in azienda), ha sede a Firenze e, dal 21 dicembre 2012, ha assunto la proprietà della holding del gruppo, la Palazzo Antinori srl, titolare a sua volta del 100% della P. Antinori spa, che detiene il 100% della Marchesi Antinori srl, 1.700 ettari di vigneti, 20 milioni di bottiglie prodotte e una stima di 150 milioni di ricavi a fine 2012. “Il nostro obiettivo - spiega Piero Antinori al “Sole 24 Ore” - è quello di legare l’azienda alla famiglia anche per il futuro, per questo abbiamo scelto l’istituto del trust, mentre la quotazione in borsa non si addiceva al nostro business, legato ai tempi lunghi dell’agricoltura”. Il primo passo, compiuto ormai da tempo, è stato il passaggio del controllo del gruppo, in parti uguali, alle tre figlie, impegnate tutte nell’attività familiare: Albiera, Allegra e Alessia, così si garantisce la continuità familiare anche ai cinque nipoti di Piero Antinori che, comunque, resta usufruttuario a vita. “Vogliamo anche dare garanzie e certezze ai futuri eredi, grazie alla levatura dei trustees, figure esterne a cui viene affidata la gestione del trust, nei confronti dei quali ci legano stima e amicizia”, continua il marchese, riferendosi a Ferruccio Ferragamo, imprenditore e numero uno della maison di moda fiorentina, Nicola De Renzis e Laura Bartoli. A loro spetteranno le decisioni ordinarie, come l’indicazione degli amministratori delle aziende del gruppo, e quelle straordinarie, come la nomina dei propri successori, l’eventuale vendita o acquisto di beni, e la tutela degli interessi dei rami della famiglia che fanno capo alle tre sorelle Antinori, con regole molto rigide sulla partecipazione alla vita aziendale. L’operato degli amministratori del trust, quindi, passerà al vaglio di un pool di “guardiani”, o protectores, composto da Albiera, Allegra, Alessia e Piero Antinori, e dall’amministratore delegato del gruppo, Renzo Cotarella.
Al trust affluirà il 10% degli utili netti delle attività e la metà sarà accantonato a patrimonio delle future generazioni, mentre il 90% del risultato finale di ogni esercizio resterà in azienda. Nel 2102 il trust si scioglierà, e i legittimi beneficiari, cioè gli eredi del momento, potranno ricostituirlo oppure limitarsi a spartire il patrimonio di famiglia, ancora una volta però sulla base di scelte dei trustees. “Insieme a mio padre e alle mie sorelle - spiega Albiera Antinori - abbiamo deciso di costituire il “Trust Piero Antinori” affinché le prossime generazioni seguano regole pensate proprio per premiare chi lavorerà in azienda con passione, entusiasmo e intelligenza, nel rispetto sia della nostra storia che dei valori che da sempre la mia famiglia rispetta per produrre vini di alta qualità”.
Un’altra importante novità, dunque, per la storica griffe del vino italiano, che proprio a fine 2012, dopo 26 generazioni di storia, ha inaugurato la nuova, monumentale cantina a Bargino (San Casciano Val di Pesa), nel Chianti Classico, ispirata ai Tagli di Fontana, e pensata, come aveva detto a WineNews.tv Piero Antinori, “per le prossime 26 generazioni”.

Focus - Il trust 
Il trust (letteralmente “affidament”) è un istituto del sistema giuridico anglosassone di common law, sorto nell’ambito della giurisdizione di equity, che serve a regolare una molteplicità di rapporti giuridici di natura patrimoniale (isolamento e protezione di patrimoni, gestioni patrimoniali controllate ed in materia di successioni, pensionistica, diritto societario e fiscale).
Il trust è uno strumento giuridico che, nell’interesse di uno o più beneficiari o per uno specifico scopo, permette di strutturare in vario modo “posizioni giuridiche” basate su legami fiduciari. Non esiste un rigido ed unitario modello di trust, ma tanti possibili schemi che è possibile costruire in vista di una finalità ultima da raggiungere. I soggetti del trust o, più correttamente, le “posizioni giuridiche”, sono generalmente tre: una è quella del disponente (o settlor o grantor), cioè colui che promuove/istituisce il trust. La seconda è rappresentata dall’amministratore/gestore (trustee). Il disponente intesta beni mobili/immobili all’amministratore, il quale ha il potere-dovere di gestirli secondo le “regole” del trust fissate dal disponente. La terza è quella del beneficiario (beneficiary), espressa o implicita. Posizione eventuale è quella del guardiano (protector). “Posizioni” e “soggetti” possono non coincidere. Lo stesso soggetto può assumere più di una posizione giuridica (come, ad esempio, nel “trust autodichiarato” in cui un soggetto è nel contempo disponente e trustee), così come più soggetti possono rivestire una medesima posizione (trust con una pluralità di disponenti, di amministratori, ecc.). Modellare un trust in grado di soddisfare un interesse specifico significa individuare le “regole” più idonee allo scopo: esse sono quelle elaborate/scelte dal disponente (il soggetto che istituisce il Trust) nel quadro normativo di riferimento (Convenzione dell’Aja, leggi straniere sul trust, leggi italiane). Da un trust valido conseguono necessariamente caratteristici effetti: separazione e protezione del patrimonio, intestazione all’amministratore (che non ne diventa proprietario vero e proprio), gestione fiduciaria vincolata e responsabilizzata dei beni. Gli effetti possono coincidere con lo scopo principale/finale per cui è stato costituito il trust.

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